Unità dei cristiani, il vescovo: «le diversità tra credenti in Cristo dobbiamo considerarle una ricchezza»

Il primo degli appuntamenti ecumenici organizzati a Rieti per la Settimana pro unitate si è svolto nella sala di preghiera della Chiesa cristiana avventista del Settimo Giorno, in piazzale Angelucci.

Qui il pastore Daniele Benini e la comunità dei cristiani protestanti “sabatisti” (che vivono cioè il precetto del sabato secondo l’interpretazione veterotestamentaria) hanno accolto il vescovo Domenico Pompili e con lui alcuni sacerdoti, diaconi, religiose e fedeli della Chiesa cattolica reatina, che hanno accolto l’invito a un momento di preghiera e fraternità tra cristiani non in piena comunione tra loro, ma uniti dall’unica fede in Cristo.

Cattolici e avventisti si sono alternati al microfono nel proclamare i brani della Scrittura e nel condividere riflessioni, intervallati da canti di lode.

Il pastore Daniele ha dato la parola innanzitutto al vescovo Domenico per rivolgere il saluto: «Oggi il Papa, in visita in Perù tra i popoli indigeni dell’Amazzonia, ci ha ricordato l’importanza di salvaguardare la biodiversità. Ma anche le nostre diversità tra credenti in Cristo dobbiamo considerarle una ricchezza, riconoscendoci fratelli che formano un solo corpo», ha detto don Domenico.

Anche don Marco Tarquini, alla guida dell’ufficio diocesano che insieme alla pastorale missionaria si occupa pure di quella ecumenica, ha richiamato il senso di questa Settimana per l’unità dei cristiani, i cui testi sono stati quest’anno preparati dai credenti dei Caraibi, regione che ha conosciuto il dramma dello sfruttamento, dello schiavismo, dell’oppressione, trovando nella fede cristiana la speranza che viene dal riconoscere il Dio dalla mano potente, secondo le parole del libro dell’Esodo che fanno da tema alla Settimana di preghiera 2018.

Al termine, il pastore Daniele ha invitato tutti a formare un cerchio tenendosi per mano, lasciando la possibilità di esprimere ad alta voce preghiere spontanee di lode, per concludere con la recita comune del Padre nostro: cattolici e avventisti, con la preghiera insegnata da Gesù, si sono rivolti così come figli e fratelli all’unico Padre che è nei cieli.

Il saluto, terminata la preghiera, con il segno della condivisione di pezzetti di pane di fave e, prima di uscire, un sorso di tisana, per darsi appuntamento domenica pomeriggio in Cattedrale, fedeli cattolici (quelli “latini” della diocesi reatina, ma anche quelli di rito orientale della comunità greco-cattolica ucraina), ortodossi (gli appartenenti alla comunità ortodossa romena) e avventisti, per la celebrazione ecumenica presieduta da monsignor Pompili.