Il Tribunale della Rota Romana

Vogliamo presentare a tutti i lettori di «Frontiera» una nuova rubrica che avrà carattere legale e, in maggior parte, legale canonico, all’interno della quale saranno discussi diversi argomenti, riguardanti il matrimonio (e non solo) dal punto di vista canonico. Un campo poco noto e spesso oggetto di pregiudizi e luoghi comuni sbagliati o inesatti.

Ma non solo, perché ci occuperemo anche del diritto “civile”, inteso qui come diritto dello Stato e quindi distinto da quello canonico della “Chiesa”, trattando ad esempio temi quale la mediazione civile obbligatoria e non, dei diritti dei consumatori, della L. 104/1992 e tutto ciò che possa destare il vostro interesse in materia legale.

In questo primo articolo, che vuole essere a carattere introduttivo, parleremo del Tribunale della Rota Romana. Divergenti sono le opinioni sull’origine del nome “Rota”, vi è, infatti, chi lo attribuisce al fatto che in origine i Giudici si riunivano in un’ aula circolare, chi pensa al supporto girevole su cui venivano posti i rotoli delle cause, oppure che il nome sia da attribuire al fatto che i Giudici si avvicendavano per turni, a rotazione appunto, nella decisione delle cause. Quale che sia l’origine del nome, certamente il Tribunale è di antica costituzione, nasce infatti durante il pontificato di Lucio III (1181-1185) come Cancelleria Apostolica.

Con il trascorrere dei secoli l’ordinamento del Tribunale fu oggetto di numerose riforme, e la sua antica denominazione di Sacra Romana Rota si rinviene già nel secolo XIII°. La storia del Tribunale della Rota Romana, non può che intrecciarsi con le vicende della Chiesa e dello Stato Pontificio, tant’è che nel 1870, dopo la presa di Roma da parte delle truppe italiane, l’attività della Rota si fermò, riducendosi davvero al minimo.

Solo nel 1908, sotto il pontificato di S. Pio X, la Rota Romana, riorganizzata e disciplinata da nuove norme, riprese la propria attività a pieno regime. Le ultime riforme sono state apportate nel 1994 con le Normae Romanae Rotae Tribunalis, attualmente vigenti. Altre norme che definiscono la competenza del Tribunale della Rota Romana si possono trovare nella Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” e nel Codice di Diritto Canonico.

La Rota Romana, in sintesi, ha delle competenze specifiche in primo grado, mentre è il Tribunale d’Appello concorrente con i Tribunali d’Appello ordinari in secondo grado. Presso la Rota Romana vengono trattate non solo le cause di nullità matrimoniale, ma anche cause penali e le cosiddette Causae Iurium (quelle non relative al matrimonio), provenienti da tutto il mondo.

Compiti fondamentali della Rota Romana sono la tutela dei diritti nella Chiesa, tracciare le linee fondamentali della giurisprudenza garantendone l’uniformità e fornire, tramite le proprie decisioni, un aiuto all’attività dei Tribunali inferiori.

A tutt’oggi le cause sono trattate in lingua latina. Proprio per le caratteristiche di tale Tribunale, di cui il Sommo Pontefice normalmente si avvale per le questioni rimesse alla Santa Sede, il patrocinio dinanzi alla Rota Romana è riservato agli avvocati rotali iscritti in un apposito albo tenuto dallo stesso Tribunale, ai quali è richiesta una preparazione superiore.