Il sesso è peccato?

Il sesso è peccato? Suona così la provocazione che intende avviare la terza discussione del Caffè Teologico, ospitato oggi pomeriggio dall’Auditorium dei Poveri.

L’iniziativa è un invito alla città e agli studenti perché ci si ritrovi a discutere liberamente sui grandi temi. Negli incontri precedenti il discorso ha riguardato l’esistenza di Dio, con implicita la domanda sul rapporto tra la ragione e la fede, e il tema della libertà, guardata dal punto di vista del rapporto tra pensiero religioso e laicità.

Sembrano temi astratti, quasi oziosi. Ma non si può dimenticare che il modo in cui pensiamo determina quello in cui agiamo: non solo come individui, ma soprattutto nella costruzione delle nostre istituzioni, delle nostre leggi, dello spazio pubblico.

Un risvolto particolarmente evidente nel tema odierno. La morale sessuale, infatti, modellando i nostri rapporti personali, determina anche la forma della famiglia e con questa l’assetto più generale della società. Sono aspetti particolarmente attuali, strettamente legati anche alla cronaca e all’evoluzione del costume su scala continentale. Lo dimostra l’esito del referendum con cui l’Irlanda dice sì ai matrimoni omosessuali. Ma ancora più in generale tocca il fondamentale rapporto tra uomo e donna, l’evidente crisi della famiglia, la visione degli aspetti riproduttivi dell’eros, l’idea che ogni individuo ha del proprio corpo e del corpo altrui e l’uso che viene fatto della sessualità: dal punto di vista personale, ma anche rispetto al suo sfruttamento commerciale, pubblicitario, mercatile.

Una serie di situazioni che non solo interrogano sulla capacità della morale sessuale proposta dalla Chiesa di offrire risposte convincenti al panorama sociale che si va mostrando, ma fanno anche riflettere su quanto l’evoluzione dei costumi sia spontanea o indotta, su quali possono essere i modelli educativi più adatti al mondo contemporaneo, sul modo e la misura in cui il corpo e il piacere sono oggetto di interesse da parte del potere, della scienza e della tecnica, e su quanto, d’altra parte, contribuiscono ad edificare la felicità personale e sociale.