Il matrimonio è nullo se si esclude la reciproca fedeltà

Nel momento in cui le parti decidono di sposarsi accettano tutti gli elementi e le proprietà essenziali del matrimonio canonico, eppure talvolta accade che una o entrambe decida di escludere la reciproca fedeltà.

Succede a volte che una o entrambe le parti decida di escludere non il matrimonio nella sua globalità (simulazione totale), ma una o più determinati suoi elementi o proprietà (simulazione parziale).

Quando gli sposi ovvero anche uno solo, decidono di escludere la reciproca fedeltà (bonum fidei) possono verificarsi due diverse ipotesi.

La prima considera l’esclusione da parte del nubente del carattere monogamico dell’unione coniugale, volendo porre in essere un matrimonio che consenta una pluralità di mogli (poligamia) o di mariti (poliandria), cosa peraltro non possibile nell’ordinamento civile italiano e che quindi potrebbe verificarsi solo in quei paesi che ammettono tali tipi di unione.

La seconda ipotesi si verifica invece – ed è certamente per noi la più usuale e frequente – quando un soggetto sposandosi esclude il vincolo di fedeltà reciproca che deve unire i due coniugi sino a formare una sola carne.

Contrae invalidamente quindi la persona che non intende impegnarsi alla fedeltà verso l’altro coniuge riservandosi la libertà di avere relazioni extraconiugali.

La giurisprudenza esige che la persona escluda l’obbligo alla fedeltà coniugale, perciò non sarà data importanza al singolo tradimento.

Non avranno poi efficacia invalidante la semplice propensione verso l’infedeltà, o l’atteggiamento di colui che intende mantenere una certa indulgenza verso se stesso nei confronti di eventuali episodi di infedeltà, essendo consapevole che questi comunque sono un’infrazione agli impegni matrimoniali.

Il matrimonio potrà invece dirsi nullo, quando proprio la persona che ha voluto escludere la fedeltà, perché non voleva vincolarsi ad essa, rifiuta di accordare al coniuge l’esclusiva dei rapporti intimi pretendendo un matrimonio “aperto” quindi totalmente diverso da quello che appartiene alla concezione cristiana.

È chiaro, quindi, che in sede processuale si dovrà valutare se si è in presenza di un soggetto che ha voluto fare un matrimonio riducendolo ad uno schema diverso da quello che la Chiesa propone per potere pronunciarsi definitivamente sulla validità o meno del vincolo in questione.

One thought on “Il matrimonio è nullo se si esclude la reciproca fedeltà”

  1. petrongari maria laura

    Alla luce di tali importanti informazioni sulle cause di nullità del matrimonio cattolico , penso sia necessario che i Pastori ed i religiosi draghino con particolare attenzione i sentieri delle esperienze delle coppie già formate per aiutarle a non derivare verso comportamenti trasgressivi e irrimediabili delle regole attorno al rispetto reciproco, giacchè l’impatto della cultura massificante, consumistica, dell’egoismo e dell’utilitarismo dilaganti è di una pressione tale oggi che le persone possono avere bisogno di un benefico accompagnamento che le aiuti a discernere ed a resistere attingendo a regole di buon senso ed alla fede certamente. Intensificare in favore dei giovani l’educazione all’affettività che ponga le basi per una sana e responsabile vita familiare. Anche sollecitare nei percorsi educativi l’apprezzamento del silenzio , il bisogno di spazi di riflessione personale per una cultura dello spazio come valore per sè stessi e intorno a sè stessi, come strumenti da gestire per non subire passivamente ed acriticamente modelli di comportamento imposti dalle lobbi della peggiore economia e della più bassa cultura.Educare prima , per scelte consapevoli nell’affrontare un matrimonio.La cultura civica sul punto non fa assolutamente nulla anzi favorisce la distruzione di ciò che è costruito e passa oltre. La cultura cristiana sul tema può fare moltissimo. Ma anche quì non affrettarsi a fare concorrenza allo Stato nello scioglimento dei matrimoni.Bisogna educare sin da bambini al rispetto dell’altro ed alla protezione ed all’affidamento tra persone che si vogliono bene insegnando che il tradimento in sè è un fatto etico prima che carnale, che include oltre alla morale anche il diritto,l’economia e la politica. La consuetudine del comportamento nel singolo e nel gruppo è rilevante per la salute di una famiglia come della società intera che poi paga tutte le conseguenze delle dissoluzioni tollerate come normalità.
    Maria Laura Petrongari

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