Il llibro di padre Vincenzo Fabri: “San Gabriele dell’Addolorata. La vita e i prodigi più recenti del santo dei miracoli, dal 1975 al 2014”

Nel libro “San Gabriele dell’Addolorata. La vita e i prodigi più recenti del santo dei miracoli, dal 1975 al 2014” il passionista padre Vincenzo Fabri, racconta l’incredibile.

In Australia, Canada, Usa, Venezuela, Argentina, Cile, Uruguay, Belgio… Ogni anno, sono numerosissime – e le troviamo ad ogni latitudine – le feste celebrate dagli emigrati abruzzesi in onore di san Gabriele dell’Addolorata (1838-1862), il santo passionista patrono dei giovani e dell’Abruzzo, dove visse gli ultimi anni della sua vita.

La scorsa settimana, ad esempio, in Canada è stata inaugurata la “Fontana delle grazie” in onore del santo, voluta dagli emigranti che hanno realizzato addirittura un oratorio e una cappella a immagine di quella abruzzese.

«Un esempio, questo, di come questa devozione sia planetaria, come planetari sono i prodigi», spiega padre Vincenzo Fabri, passionista e autore del libro “San Gabriele dell’Addolorata. La vita e i prodigi più recenti del santo dei miracoli, dal 1975 al 2014”.

Un excursus di guarigioni straordinarie che arriva fino ai giorni nostri e che dimostra l’attualità di questo santo, uno dei più amati dalla devozione popolare, tanto che il suo santuario, a Isola del Gran Sasso (Teramo), è tra i 15 più frequentati al mondo.

«D’altronde», aggiunge padre Vincenzo, «le migliaia di ex voto donati nel corso di oltre un secolo sono una testimonianza impressionante del legame di fede tra il santo e i suoi devoti. Una fede che, ovviamente, non si basa sui fatti miracolosi, ma che da questi, spesso, trae occasione per essere cementata».

Il libro racconta alcune delle ultime, tra le numerosissime, guarigioni «concesse da Dio per opera di san Gabriele a un’umanità sofferente, una storia di fede e di segni prodigiosi che, iniziata a fine Ottocento, ha attraversato tutto il Novecento e continua ancora nel terzo millennio», dice ancora padre Vincenzo che rivela: «In realtà, anche in questa nostra epoca definita postmoderna e postcristiana, tali segni non mancano: ogni anno, ancora arrivano al santuario centinaia di ex voto, testimonianza della presenza viva del Santo nel cuore della gente e che, sicuramente, anche all’uomo postmoderno, orfano delle grandi ideologie e delle certezze stabili, pone più di un interrogativo».

La prima parte del libro offre una breve biografia inedita del giovane Gabriele, raccontata da coloro che lo hanno conosciuto (confratelli, parenti, compagni di scuola e amici), attraverso un resoconto vivido e genuino. Seguono poi le attestazioni dei prodigi, così come raccontati dai diretti interessati.

Lorella Colangelo, una ragazza di Montesilvano (Pescara), descrive la guarigione – ottenuta nel 1975 – dalla leucoencefalite, che l’aveva portata alla paralisi, con parole ricche di commozione e gratitudine: «Mi alzai come se nulla fosse, scavalcai il piccolo recinto in ferro, mi trovai innanzi mio padre che, appena mi vide, prima restò muto, poi gridò: “Reggetela, perché cade” e si mise a piangere e a ridere allo stesso tempo. Gli dissi di non preoccuparsi, perché non sarei caduta. Andai nella cappella del Santo a ringraziarlo».

La piccola Francesca Carbone, nata a Chieti nel 1986, all’età di cinque anni si ammala invece di pielonefrite acuta. Anche lei, per intercessione di san Gabriele, guarisce inspiegabilmente. «La mamma», spiega padre Vincenzo, «la porta al santuario di san Gabriele. Quando la piccola vede il santo dentro l’urna, chiede: “Ma perché sta così disteso? Quando veniva da me, camminava e parlava!».

Sfogliando le pagine del libro, si rimane davvero impressionati dalla quantità dei prodigi compiuti: c’è Adele Di Rocco, di Bisenti (Teramo), guarita nel 1993 da una grave forma di epilessia; la piccola Veronica, della Sicilia, che nel 1999 stava morendo consumata dalla mononucleosi virale maligna associata a broncopolmonite (il padre, che ha scritto la testimonianza, ha allegato la cartella clinica); e Luca Di Caprio, un bimbo residente in Svizzera che, dopo cinque giorni di coma e innumerevoli preghiere della mamma a san Gabriele, si è risvegliato e ora sta bene.

Tanti i bambini che hanno ricevuto i prodigi, ma numerosi anche gli adulti: nel 2009, Vincenzo Costantini, di Montesilvano (Pescara), riceve una diagnosi di meningite: anche lui guarisce, nonostante lo scetticismo dei medici.

Le ultime testimonianze risalgono al 2014: le riferiscono Addolorata Guido, di Noha (Lecce), che sogna il Santo toccarla col suo mantello, e Gabriele, di Montorio al Vomano (Teramo), che ha un arresto cardiaco alla nascita: le sue condizioni migliorano dopo che i genitori, per tre notti consecutive, sognano il “Santo dei miracoli”.

Che rimane nel cuore dei suo fedeli: «Ancora oggi, nonostante i miei 82 anni», riferisce Lucio Salini, di Bisenti (Teramo), «tutte le domeniche vado al santuario per partecipare alla messa e pregare il mio Santo. È lui che ha orientato e segnato sempre la mia vita. L’ho sempre considerato uno di famiglia, direi proprio un terzo figlio».

 

(da Agnese Pellegrini di “Zenit”)