Il Comune scorda di regolarizzarli: 23 LSU senza stipendio

«La città cade letteralmente a pezzi. Sotto ogni punto di vista. E mentre assistiamo, in un rumorosissimo silenzio, a questa degenerazione economica, sociale, d’immagine e di credibilità territoriale, la giunta Petrangeli, o meglio quello che ne resta, vive una vita tutta sua, completamente avulsa dai meccanismi reali che attanagliano il quotidiano. Da oltre tre mesi si continua a dibattere su quanti e quali saranno i nuovi assessori che dovranno sostituire i fedelissimi azzoppati lungo il cammino. Evidentemente la ricerca di altri fedelissimi è ardua o forse, molto più semplicemente, il marchettificio delle poltrone è attivo più che mai».

È quanto si legge in una nota firmata dai consiglieri di minoranza del Comune di Rieti Sonia Cascioli e Andrea Sebastiani.

«Tra una pioggia e l’altra – proseguono – mentre le strade di Rieti si sfaldano come la politica malata che non riesce a comprendere che i cittadini sono stremati e che hanno bisogno di risposte immediate, mentre il palazzo comunale è diventato una specie di casa delle streghe, dove per entrare negli uffici della blindatissima segreteria generale bisogna chiamare i vigili del fuoco, 23 lavoratori socialmente utili provenienti dalla Comunità Montana sono rimasti senza stipendio».

«In un periodo storico in cui le famiglie tendono più a sopravvivere che a vivere, questa amministrazione è riuscita in un compito al quale neanche il Pierino televisivo dei tempi migliori avrebbe potuto aspirare. Già, perché ci si blinda negli uffici e poi ci si scorda (?) di produrre atti necessari, oltre che dovuti, per regolarizzare posizioni lavorative già sancite sui tavoli regionali. E se non bastasse sembrerebbe che questi lavoratori abbiano prestato il loro servizio per tutto il mese di gennaio senza copertura assicurativa: per dirla tutta, malgrado la loro volontà e le loro certezze, avrebbero lavorato in nero» aggiungono Sebastiani e Cascioli, che concludono: «Ovviamente denunceremo anche questo al competente Ispettorato del Lavoro e all’Autorità Giudiziaria affinché chi ha il compito di fare, ed evidentemente non fa, ne risponda nei modi dovuti. Prima o poi».