Il Cavallo di Troia della paura

I fatti di Parigi ci hanno sconvolto tutti. Un po’ come è accaduto l’11 settembre 2001. Adesso sembra così lontano l’incontro di preghiera in Vaticano voluto da Papa Francesco, con la partecipazione del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, ed in presenza dell’israeliano Shimon Peres e del palestinese Abu Mazen. Sembra un esercizio inutile anche di fronte agli attentati perpetrati ogni giorno dal Boko Haram nel Nord della Nigeria. Ma se dovessimo elencare tutti questi fatti tragici a Madrid, a Londra, in Belgio, in Siria, in Irak, la lista sarebbe troppo lunga.

Passata l’onda emotiva, però, si dovrebbe andare al cuore del problema. Dovremmo tutti appellarci all’Onu perché, con il sostegno dell’Unione Europea e delle altre grandi potenze, lavori ad una soluzione definitiva, costruita su alcuni punti fermi.

Sembra fondamentale la risoluzione del conflitto Israelo-Palestinese. L’unico percorso sensato è quello della creazione dello Stato della Palestina, con capitale a Gerusalemme Est. Tanto più questa sistemazione dell’area verrà rimandata, tanto maggiore sarà l’odio e il desiderio di vendetta nel cuore del mondo “arabo”.

Ma non basta, perché alla radice del male c’è soprattutto la miseria. Sarà decisivo debellare la povertà. È nelle sacche del disagio che si annidano i terroristi. È dove il degrado è più forte che la religione diventa l’oppio del popolo. È nei contesti difficili che si può inculcare nella mente dei disperati l’idea di un riscatto da costruire sulla morte degli infedeli. Come se davvero questa continua strage degli innocenti fosse un sacrificio gradito ad Allah.

In questo tempo difficile, i cristiani devono essere più coerenti con la fede che professano. Vanno denunciati gli affari sporchi delle lobbies: come quelle delle armi e quelle della farmaceutica. Non so se, come si dice, certe malattie sono state inventate in laboratorio. Ma di sicuro in Africa aggredire il mercato è facile, perché è poco regolamentato, e si possono fare guadagni stratosferici con il sostegno delle dittature…

Quanti patti indicibili i vari Governi dell’Occidente e dell’Africa, le Monarchie medio orientali e il nuovo capitalismo asiatico stringono sulle spalle delle popolazioni più povere della Terra? Di fronte a questo non c’è religione che tenga. Gli uomini oggigiorno adorano altri dei. Soltanto il denaro e il potere contano… soltanto il profitto giustifica. Questo atteggiamento è ben consolidato negli organismi sovranazionali, e fa certamente comodo alle imprese multinazionali.

Prima di provare paura per un fenomeno difficile da controllare, nelle migrazioni di massa dei disperati del sud del mondo dovremmo cogliere la prepotenza dei pochi che hanno in mano le ricchezze della Terra. La loro avidità trasforma tanti Paesi in luoghi ostili, dove prosperano solo la guerra, la violenza e lo sfruttamento di bambini, donne e anziani.

Giustamente ci siamo spaventati per i fatti di Parigi. Se non riusciremo a costruire una società globale più giusta e solidale per tutti, fatta di sviluppo, di promozione della cultura e della salute per tutti, di tutela del lavoro sempre e dovunque, il futuro sarà senz’altro orribile.

Ma il nostro presente è ancora in bilico, i terroristi non si fermano di certo. Li vedremo cadere solo quando avremo tolto loro la terra da sotto ai piedi, solo quando alle bombe e ai droni i Governi preferiranno fornire risposte concrete ai drammi della povertà globale. Ci vuole giustizia per i Paesi latino americani, per il Sud Est Asiatico, per i Paesi africani e per l’Europa dell’est fino agli ex satelliti dell’Impero Sovietico.

Non facciamoci mancare la speranza. Tante persone oggi vedono chiaramente in quanti casi ci sono due pesi e due misure. Dobbiamo lavorare perché i maltrattamenti, il malgoverno, la violazione dei diritti fondamentali delle persone non generino odio e voglia di vendetta, ma desiderio e impegno per una maggiore giustizia.

Non basta essere tutti “Charlie”. Non bastano neppure le preziose preghiere d’incontro fra le varie religioni. Di fronte alle armi e alla repressione i cuori induriscono: ci vuole un eccesso di coerenza, di trasparenza e rispetto verso Dio perché l’ipocrisia e la falsità non prendano possesso dell’opinione pubblica.

Chi ha fede deve insegnare con l’esempio la coerenza ai politici. Sono incapaci di imporre un accordo definitivo fra Israele e Palestina, ma capacissimi di ammazzare il Saddam Hussein di turno se non serve più ai loro scopi. Salvo poi lamentarsi se la caduta di qualche dittatore provoca flussi migratori incontrollabili con il miraggio di un falso Eldorado.

E così arriva in Occidente il Cavallo di Troia della paura e dell’insicurezza materiale e psicologica… Dal suo ventre potrebbe emergere la militarizzazione di città una volta libere e serene.

Certo, il mio è un punto di vista “personale” limitato, non esaustivo. Il problema che dobbiamo affrontare è molto più grande di ognuno di noi. Ma è proprio questa complessità a richiedere con urgenza risposte “solidali”, dialoganti, aperte alla cultura della diversità e della fratellanza universale. Ne saremo capaci?