III Domenica di Avvento (Anno B), commento al salmo

La mia anima esulta nel mio Dio

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia.

Lc 1,46-54

Siamo alla terza domenica di Avvento, per tutti i cristiani “la domenica della gioia”. Il tempo scorre avvicinandoci all’evento salvifico dell’intera umanità: Gesù che assume le nostre sembianze, diventa creatura come noi, glorificando la nostra esistenza. La liturgia di oggi non ci presenta un salmo, ma il canto di gioia di Maria, il Magnificat, l’esultare della sua anima di fronte al disegno di Dio; il suo esultare alla visione del regno celeste, con la nascita dell’Unigenito, nel suo grembo benedetto; il suo esultare davanti alla misericordia di Dio verso le sue creature, soprattutto le più bisognose. È commovente e sconvolgente leggere, nel Vangelo di Luca, la prosa dell’incontro tra la madre di Gesù e la madre di Giovanni il Battista. Maria è in visita presso la cugina Elisabetta, in attesa della nascita di Giovanni il Battista. Secondo alcuni studiosi vi rimarrà, in aiuto dell’anziana cugina, fino alla circoncisione del Precursore. Dice il Vangelo: «Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo» (Lc 1,41). Ecco il segno della presenza del Signore in queste creature: Giovanni, ancora nel grembo della madre che riconosce la madre di Gesù, la madre del Salvatore che avrà il compito di annunciare, verso cui sarà testimone e precursore. Elisabetta, piena di Spirito Santo, benedice il Signore della presenza di Maria, che nel suo canto gioioso ci presenta il Regno di Dio: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,46). Inizia così il Magnificat. Dalle labbra di Maria, il Signore ci descrive il suo Regno, dove i protagonisti sono i poveri e gli oppressi, i prediletti del Signore, della sua misericordia ricolma di beni. La Chiesa universale, ogni giorno, nella preghiera dei Vespri, prega con il cantico di Maria che prende il nome dalla prima parola che ella pronuncia, quel Magnificat che è insieme una lode e un ringraziamento al Signore per quanto amore ripone per le sue creature. In questa domenica, il messaggio che attraversa tutte le letture è la gioia che ci riserva la nascita di un Dio che si fa piccolo come un bambino e tanto grande da pervadere l’universo, per l’eternità, con il suo amore senza confini.