I giovani a Greccio: «ho stretto la mano alla persona più importante che possa esistere»

«Oggi pomeriggio ho ricevuto una grandissima sorpresa: ho potuto stringere la mano alla persona più importante che possa esistere». Il messaggino, sul gruppo Whatsapp degli amici della parrocchia, Ramona lo posta poco dopo le quattro del pomeriggio. L’incontro, che li aveva visti riuniti sin da sabato pomeriggio all’Oasi Gesù Bambino, a due passi dal santuario di Greccio, si è concluso da poco. Ancora si devono riprendere dall’emozione, i giovani pronti a far ritorno alle loro case, per quella che il vescovo Domenico Pompili, al mattino, aveva preannunciato semplicemente come «una sorpresa con cui concluderemo l’incontro». Lo sapeva solo lui della ventilata possibilità di una visita last-minute del Santo Padre e la conferma gli era giunta praticamente solo poche ore prima.

Ai ragazzi, che avevano vissuto tre giornate intense all’insegna del logo “MeWe” (a indicare il rapporto speculare tra l’io e il noi) e dello slogan “Tutto è connesso”, erano giunte provocazioni interessanti dagli ospiti intervenuti, cominciando dal vescovo ausiliare di Perugia Paolo Giulietti e dalla scrittrice Michela Murgia per proseguire con l’appassionato intervento di don Luigi Ciotti. La mattinata di ieri aveva visto i giovani interloquire con il teologo Simone Morandini e la conduttrice tv Licia Colò. E quando monsignor Pompili aveva detto loro di farsi trovare per le due e un quarto nel locale dell’assemblea e di mantenere per un paio d’ore il silenzio su quel che stava accadendo, nessuno aveva pensato che di lì a poco sarebbe entrato papa Francesco

Inevitabile il boato di stupore che l’ha accolto non appena il Pontefice, varcato il portone in fondo alla sala, ha fatto ingresso tra i giovani colti più che di sorpresa. «Sono scoppiata in lacrime, non ci credevo», dice Agnese, animatrice e consigliere di Ac che ha lavorato all’équipe del meeting. «Pur avendolo visto altre volte, come all’assemblea nazionale dell’Azione cattolica, ritrovarselo qui a due passi è stata un’emozione infinita». Eppure di sollecitazioni, come detto, i giovani riuniti al meeting ne avevano ricevute diverse, e proprio a partire dagli spunti offerti dal Papa: il filo conduttore della riflessione erano infatti le tematiche dell’enciclica Laudato sii. E l’entusiasmo dei partecipanti era già un risultato più che conseguito: «Sarebbe stato bello e completo anche così… Ma la parola diretta del Papa ci ha messo la ciliegina sulla torta!», commenta Irene mentre dà una mano a rimettere a posto le sedie del salone. «Mi ha colpito in particolare il suo invito a saper “trovare la stella”: una cosa molto difficile ma anche molto bella da fare».

«Sconcertante, devastante, illuminante», commenta entusiasta Mattia, anche lui nell’équipe del meeting. «E anche goliardico, direi». Sì, goliardico, «perché è stato proprio uno di noi, alla mano, in semplicità estrema». «Del resto ci ha parlato di umiltà», ribatte Agnese, «e umiltà e semplicità ha dimostrato con noi».

L’umiltà del Bambino Gesù che è il succo del messaggio di Greccio è la raccomandazione che il Pontefice ha lasciato ai giovani, per recarsi, subito dopo, a pregare dinanzi a quella grotta che, nel santuario del Presepe, custodisce la memoria del Natale 1223 in cui san Francesco volle «vedere con gli occhi del corpo» la povertà e la piena humanitas del Bambinello, ricreando tra quei boschi dell’eremo della valle reatina la natività di Betlemme. «L’ho trovato in piedi davanti alla grotta», racconta con la voce ancora rotta dall’emozione il padre guardiano del convento, fra Alfredo Silvestri, che assieme agli altri tre confratelli, i padri Pasquale, Domenico e Luciano e alle due suore francescane, Emma e Floresita, che danno una mano in santuario, si sono visti giungere, all’improvviso – anche loro senza sospettare nulla – il Papa accompagnato solo da Pompili e dalla scorta della Gendarmeria vaticana. «È stato il modo più bello per concludere le feste natalizie», dice fra Alfredo, che ha accompagnato Bergoglio a visitare il dormitorio in cui dormiva san Francesco e gli altri luoghi del santuario.

Il Pontefice, racconta, «si è poi avvicinato ai visitatori incontratisi per caso e sorpresi più di noi. A loro e a noi ha chiesto di pregare per lui». Poi una breve preghiera nella chiesa grande dedicata all’Immacolata e, salutati frati e vescovo, il Papa è ripartito per Roma.

Foto di Paolo Cesarini e Samuele Paolucci.

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