#Guerrieri. Enel guarda a chi ce la fa. E i perdenti?

Amici, siamo tutti in trincea. Se non ve ne siete accorti non preoccupatevi, ve lo spiega Enel: siamo tutti #guerrieri. Sì, le veglie per la pace, i digiuni, la sensibilizzazione delle istituzioni sono state una parentesi, un fenomeno passeggero.

La verità è che il quotidiano è una guerra. Ed Enel ci dà l’energia per combatterla. La campagna pubblicitaria crossmediale #guerrieri del colosso dell’energia italiano ha tutta l’aria di essere l’ennesima esaltazione del darwinismo sociale.

E manco a dirlo la storia debbono raccontarla i vincitori. «Cerchiamo i #guerrieri del quotidiano – spiega Enel – quelle persone che, tra mille difficoltà, stringono i denti e vanno sempre avanti. Che sia sul posto di lavoro, in famiglia, nel volontariato, che sia in risposta a una malattia o a un problema economico, i #guerrieri non mollano».

Non una parola per i soccombenti, per quelli che in questa guerra sociale muoiono o vengono feriti a morte. Quelli che del conflitto tra le classi, le generazioni e le latitudini pagano tutti i costi.

Per loro solo silenzio. E ai vincitori una bicicletta elettrica.

5 thoughts on “#Guerrieri. Enel guarda a chi ce la fa. E i perdenti?”

  1. marina

    Non ho ben capito quest’articolo. Al di là della campagna di Enel, si parla di guerrieri e di perdenti. Ma le caratteristiche qui descritte sembrano far coincidere i due profili, con l’unica differenza che i primi, i guerrieri, dopo essere stati “soccombenti”, cito: “Quelli che del conflitto tra le classi, le generazioni e le latitudini pagano tutti i costi”, si rialzano, e combattono. (anche qui, l’idea di estrarre il concetto di lotta per un obiettivo e per le battaglie quotidiane, appiccicandolo alle guerre vere e proprie mi sembra abbastanza forzato). Dicevo, c’è un passo successivo che distingue i guerrieri dai perdenti, e per spiegarlo cito un altro pezzo del vostro articolo “persone che, tra mille difficoltà, stringono i denti e vanno sempre avanti. Che sia sul posto di lavoro, in famiglia, nel volontariato, che sia in risposta a una malattia o a un problema economico, i #guerrieri non mollano”. Non comprendo quindi questa polemica sulla mancanza di attenzione ai perdenti. Perché sostenere chi non trova dentro di sé l’energia per rialzarsi? Io stessa non mi ripeccherei in una campagna che inviata ad arrendersi.
    Piccola nota sul darwinismo sociale. Non sarò io a spiegare che le teorie di Darwin sono state mal interpretate in sociologia, ma faccio solo una riflessione sulla “sopravvivenza della specie”: un organismo è formato da parti inscindibili che lavorano insieme per la sopravvivenza. La società è formata da parti libere che nel “processo naturale di evoluzione della società” evolvono differenziandosi. La sopravvivenza della specie non fa testo. Ma questa è un’altra storia..

  2. David Fabrizi

    Marina mi domanda: “Perché sostenere chi non trova dentro di sé l’energia per rialzarsi?”. Beh, non sarà che li dobbiamo sostenere proprio perché non ce la fanno? Forse Marina crede giusto lasciar morire i più deboli. Faccia come vuole, io proprio non me la sento. Poi sarà pure vero che la campagna invita a non arrendersi. In questo può esserci qualcosa di positivo. Ma a me l’idea di una società in cui siamo tutti guerrieri non piace. Si promuove il conflitto e, implicitamente, la sopraffazione che ne deriva. L’energia dovrebbe essere spesa per creare una società pacificata. Per quanto mi riguarda, la civiltà di un popolo si misura anche dalla distanza che prende dalla legge della jungla. Ma ovviamente posso sempre sbagliare.

  3. marina

    Coelho trova la sintesi perfetta che cerchi. Ha scritto il manuale del guerriero della luce, che ho letto e molto apprezzato.Ti riporto: “è un manuale guida per il “guerriero della luce”, ovvero un’entità latente presente in tutti gli uomini, che si risveglia in noi quando vogliamo perseguire un sogno e comprendere il miracolo della vita. Il manuale descrive le varie sfide a cui i guerrieri sono sottoposti e le soluzioni ai problemi utilizzando numerosi paradossi (“Un guerriero della luce pensa contemporaneamente alla guerra e alla pace”)”. La guerra non è un concetto negativo in sè, sono gli strumenti e il fine che possono avere accezioni positive o negative e quest’ultime sono il senso comune di cui parli. Esistono guerre nobili 🙂

  4. David Fabrizi

    Ci saranno pure guerre nobili, ma anche in quelle c’è chi perde tutto senza colpa. Come diceva Giorgio Caproni: “la ragione sta sempre dalla parte del torto”.

  5. marina

    Continuo ad insistere sul concetto della forza di rialzarsi, il vero spirito di un guerriero. Di buono c’è che la campagna ha dato vita a questo interessante dibattito 🙂

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