Giubileo: i tre “segni” dell’anno santo

La Porta Santa, le indulgenze e il pellegrinaggio. Sono i segni che caratterizzano ogni Giubileo e che saranno al centro anche dell’Anno Santo della Misericordia voluto da Papa Francesco.

L’apertura della Porta Santa e la sua chiusura segnano l’inizio e la conclusione dell’Anno Santo. La Porta rimanda al passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia, guardando a Cristo che di sé dice: «Io sono la porta».

L’indulgenza è uno degli elementi costitutivi dell’evento giubilare. In essa si manifesta la pienezza della misericordia del Padre che viene incontro a tutti con il suo amore. Nella Bolla di indizione dell’Anno Santo straordinario, Papa Francesco spiega il senso dell’indulgenza. «Noi tutti – scrive il Pontefice – facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr. Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. […] Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati».
Il Papa ricorda che «nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati». Eppure «l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo (la Chiesa, ndr) raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato». Di fatto, con l’indulgenza, al peccatore pentito è condonata la pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa (con la Confessione).

Per ottenere l’indulgenza, è necessario essere in stato di grazia. Poi serve che il fedele abbia la disposizione interiore del completo distacco dal peccato; che si accosti al sacramento della Riconciliazione; che riceva l’Eucaristia; e che preghi secondo le intenzioni del Papa. Inoltre serve compiere un’«opera». Ci sono le opere di pietà, ossia fare un pellegrinaggio in un santuario o luogo giubilare. Oppure ci sono le opere di penitenza, cioè astenersi da consumi superflui, digiunare o astenersi dalle carni devolvendo una somma ai bisognosi.
O ancora ci sono le opere di misericordia di cui il Papa parla nella Bolla di indizione del Giubileo. E le elenca evidenziando che sono un «modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina».
Sono opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati; dare da bere agli assetati; vestire gli ignudi; accogliere i forestieri; assistere gli ammalati; visitare i carcerati; seppellire i morti. Sono opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.

Il pellegrinaggio è un simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare ed è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. Evidenzia Papa Francesco che la vita è «un pellegrinaggio» e l’essere umano è «un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio». Esso «sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi».

(Foto di Dario Mariantoni)

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