È salito al cielo, siede alla destra del Padre

Ascoltiamo la parola di Gesù, precisamente l’ultima parola da lui pronunciata su questa terra, prima di salire al cielo. Agli Apostoli che gli domandavano se era venuto finalmente il tempo in cui avrebbe ricostruito il regno d’Israele, Gesù rispose: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,7-8).

L’anima di ogni annuncio cristiano non è un’idea o una cosa – fosse pure importantissima, come la preghiera – ma è una Persona: “Di me sarete testimoni”. L’annuncio cristiano fondamentale è: Predicare Cristo nello Spirito Santo. Noi crediamo che Gesù è salito al cielo e siede alla destra del Padre. Tuttavia non c’è separazione o contrasto tra il Gesù che predica e il Gesù predicato; tra il Gesù dei Vangeli e il Gesù della Chiesa, o – come qualcuno dice – tra il Gesù della storia e il Cristo della fede. San Pietro afferma con forza nei suoi discorsi che Dio “ha costituito Signore e Cristo”, proprio quel Gesù che gli uomini hanno crocifisso, quel Gesù che per tutta la casa d’Israele “passò beneficando e risanando tutti” (At 2,36; 10,38). Non un altro Gesù, un Gesù creato dalla fede della Chiesa, come sostiene qualcuno. Tra il Vangelo predicato da Gesù e il Vangelo dagli Apostoli, non c’è distacco, ma continuità, perché gli Apostoli “hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo” (1 Pt 1,12); in altre parole, perché hanno predicato sotto la guida di quello stesso Spirito che faceva parlare Gesù.

Dopo la Pasqua, non c’è, dunque, soltanto un Gesù predicato, un Gesù “oggetto” passivo, di cui si parla; c’è anche un Gesù “soggetto”, un Gesù che predica ancora, anche se non parla più attraverso la sua carne, ma attraverso il suo Spirito, come non vive più “secondo la carne”, ma “secondo lo Spirito di santità in virtù della risurrezione dei morti” (cf Rm 1,3-4; 2 Cor 5,16).

Avviene in Gesù – e in Gesù soltanto – una perfetta equazione tra soggetto e oggetto della predicazione, essendo egli Dio e uomo insieme. La moderna scienza delle comunicazioni ha coniato l’adagio: “Il mezzo è il messaggio”. Questo adagio si realizza alla perfezione solo in Cristo: in lui il messaggero è il messaggio, e il rivelatore è la rivelazione.

La regola fondamentale dell’annuncio cristiano è dunque: “Portare il Vangelo, portare Cristo al mondo, mediante lo Spirito Santo”, perché “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!” (Eb 13,8).

(da: I Misteri di Cristo nella vita della Chiesa)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.