…e dopo S. Barbara il portavoce precisa

La “famigerata” omelia pronunciata dal vescovo al pontificale di Santa Barbara ha avuto strascichi positivi ma anche un po’ imbarazzati nell’ambiente cittadino. Il forte richiamo di monsignor Delio a una visione politica meno miope e a un’amministrazione più saggia e previdente della cosa pubblica, se da una parte ha riscosso plausi, dall’altra ha visto qualcuno rispondere in maniera non polemica ma comunque un po’ piccata: si veda il comunicato diffuso in città dal consigliere regionale Cicchetti, per conto del Pdl, che esprimeva sorpresa per l’intervento tenuto per la festa della patrona dal presule, il quale sarebbe stato, a suo dire, mal informato in merito a presunti buchi di bilancio lasciati dalla precedente amministrazione comunale, buchi che il Pdl, almeno in questa nota, insisterebbe ad affermare inesistenti. In risposta, è partita dalla Curia nei giorni scorsi una nota a firma del portavoce Massimo Casciani.

Nelle parole del vescovo molti hanno letto, scrive Casciani, «un diretto riferimento alla condizione economica del Comune di Rieti, ma il presule ha parlato della situazione di alcune istituzioni pubbliche reatine e anche di altrove: il suo era un discorso generale e non relativo soltanto al Comune di Rieti». Lucarelli, del resto, si è occupato già altre volte, in omelie e messaggi vari, «di aspetti politici generali e locali, richiamando gli amministratori a scelte oculate e prudenti». E va sottolineato, precisa il portavoce, che il vescovo «non solo non “appoggia” una parte politica, o la parte politica che è in carica, ma è al di fuori e – se è consentito – al di sopra della politica, non per calcoli di qualsivoglia natura o per opportunismo, ma perché sa che vi sono credenti in ogni formazione politica e gli stanno a cuore le sorti anche di natura materiale dell’intera comunità reatina affidata alle sue cure pastorali».

Quanto ad affermazioni «che tendono a sminuire la gravità della situazione economica del Comune di Rieti, o sono ironiche o sono ingenue», afferma in modo netto Casciani, evidenziando che un’amministrazione «con 97 milioni di euro di debito, di cui 6 milioni di crediti inesigibili, e alcuni milioni di euro di spese fuori bilancio, con un bilancio 2011 ancora da approvare, non si può certo dire virtuoso o con una “robusta spesa”, ma vicino al collasso e al tracollo economico, come confermato in questi giorni dalla Corte dei Conti».

Anche riguardo alle enormi somme spese per i servizi sociali, si rileva come «un’amministrazione pubblica non può rasentare il dissesto finanziario per sovvenire alle necessità, pur nobili, dei più poveri. Come se il buon padre di famiglia riducesse alla fame i propri figli per fare opere di carità: a ciascuno il suo, questa è la giustizia. Oltretutto quelle spese saranno pagate dai cittadini reatini già da subito con tasse calcolate in base ad aliquote molto alte, per ripianare il consistente disavanzo». In conclusione, un invito a rileggere nella Scrittura le parabole in cui si lodano gli amministratori “disonesti”: «un utile vademecum per chi voglia ispirare la propria azione politica al messaggio evangelico correttamente inteso».