Don Domenico: «Pregare non è dare l’assedio a Dio, ma lasciarsi incontrare da Lui»

In apertura del tempo di Quaresima, il vescovo Domenico ha approfondito il senso della preghiera mettendola – con l’elemosina e il digiuno – tra quelle “medicine dell’anima” che aiutano ad affrontare l’«età di mezzo», gli anni che fanno registrare bilanci in cui si alternano «frustrazione e delusione, disgusto e stanchezza», superandoli grazie «ad un io rinnovato e ad una personalità più spirituale».

Lo spunto, durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri, è arrivato dal Vangelo di Matteo:

«Quando poi pregate, non datevi allo sproloquio, come i pagani: essi infatti pensano che Dio li esaudirà in forza delle molte parole».

Non si tratta cioè di «dare l’assedio a Dio» ha spiegato mons. Pompili, ma di «lasciarsi incontrare da Lui per risvegliarci alla fede che vacilla sotto i colpi del tempo che trascorre. Pregare fa pervenire ad un silenzio stupito e meravigliato privo di parole, ma non di emozioni. E rende persuasi che non si è mai soli quando Dio è con noi. Si tratta di una esperienza di umiltà e di fragilità che mentre ci espone ci protegge».