Domenica delle Palme: la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti» accoglie il coro «Giuseppe Rosati»

Il prossimo 9 aprile, Domenica delle Palme e della Passione del Signore, il centro storico di Rieti commemorerà tutto insieme l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Le parrocchie di Sant’Agostino e di San Michele Arcangelo si congiungeranno infatti con l’unità pastorale costituita dalle comunità di Santa Maria in Cattedrale e di Santa Lucia per un’unica celebrazione mattutina presieduta dal vescovo Domenico. La liturgia avrà inizio alle ore 11 nella chiesa del Borgo con la benedizione dei rami e l’avvio della processione in onore di Cristo Re verso la Basilica Cattedrale, dove si continuerà con la proclamazione del Passio e l’Eucaristia.

Per l’occasione la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti», responsabile dell’animazione delle messe vescovili, ha invitato la neonata formazione canora di Sant’Agostino, il coro «Giuseppe Rosati», ad aggregarsi alla sua compagine per cantare insieme la gloria di Dio al principio della Settimana Santa: un modo per conoscersi, certo, ma soprattutto un’opportunità per fare, attraverso il canto e la preghiera, un’esperienza forte e bella di comunione ecclesiale. I direttori dei due cori, i maestri Barbara Fornara ed Emanuele Ciogli, si sono già accordati sul repertorio, che i rispettivi cantori stanno apprendendo separatamente nelle prove ordinarie dei due gruppi vocali. A ridosso dell’importante appuntamento, il tutto sarà assemblato in una sessione comune guidata dal maestro Fornara.

Il coro «Giuseppe Rosati», fortemente voluto dal parroco di Sant’Agostino don Marco Tarquini, è nato verso la fine dello scorso anno e ha esordito nella santa messa della notte di Natale. Da allora cura l’animazione musicale delle celebrazioni della basilica minore nelle principali solennità e nei tempi forti dell’anno liturgico. Il nome che porta, evocativo per molti in città, rinvia all’indimenticato Giuseppe “Bebè” Rosati, insegnante e preside di nutrite schiere di studenti reatini, personaggio di straordinaria cultura e di ancor più straordinaria levatura morale, del quale a Sant’Agostino, con l’intitolazione del coro, si è voluta onorare anzitutto la passione per la grande musica liturgica. Una passione trasmessa anche al figlio Alessandro, che canta da basso sia nel «Giuseppe Rosati» sia nella schola diocesana.

Per quest’ultima, il cui organico stabile si apre talora all’innesto di altri cantori in vista di occasioni di particolare rilievo, l’allargamento del 9 aprile si incanala nel solco di una prassi ormai consolidata.