Discorso alla Città, mons. Pompili: «la ricostruzione richiede un processo comunitario che sappia essere inclusivo»

«La dimensione dell’anima, il soffio che rende vivi e mette in relazione, è altrettanto fondamentale per riprendere a costruire insieme». Lo ha affermato stasera monsignor Domenico Pompili, nel “Discorso alla Città” in occasione della solennità di Santa Barbara, patrona della città e della diocesi di Rieti.

«Le ferite restano e per cicatrizzarsi ci vuole tempo – ha ammesso il presule -. Ma guariranno più in fretta, senza riaprirsi alla prima difficoltà, se riusciremo a condividere anziché isolarci. Se non si riesce a garantire una prossimità che lenisca il dolore e che sostenga nel tragico momento del risveglio dall’incubo, non si potrà far ripartire la vita. La nostra gente è avvezza alla fatica e alle salite, non teme il freddo pungente e non si arrende di fronte al terreno incolto, ma ha bisogno di non dividersi e di non combattere su fronti contrapposti».

Per questo, ha auspicato il vescovo, «la ricostruzione richiede un processo comunitario che sappia essere inclusivo e che si prenda cura prima di tutto delle relazioni, allestendo luoghi e dedicando tempi per far ricrescere la coesione e l’entusiasmo della comunità».