Discorso alla Città / Aprire porte nei muri per non implodere

È stata una esortazione a «risvegliare l’energia e la fiducia in tempi di crisi e di sfilacciamento dei rapporti» il Discorso alla Città del vescovo Domenico, durante i primi vespri alla vigilia della solennità di Santa Barbara. Una «riflessione sulla nostra Città e sulle sue prospettive di benessere, il quale non si ricava mai solo dal Pil, ma da un insieme di fattori, che risiedono più nelle energie interiori che in quelle di natura materiale». È infatti la storia a dimostrare che «proprio quando le energie morali stavano estinguendosi» città ed imperi si affidano «ai dispositivi di sicurezza esterni», alle mura.

E la «splendida cinta muraria» di Rieti, ha spiegato mons. Pompili, «rassicura e suscita un senso di protezione e di solidità che ci fa sentire al riparo. Tuttavia le mura da sempre sono anche un simbolo problematico, un simbolo di esclusione» perché sono «fatte per dividere, per separare gli uni dagli altri, per proteggere i migliori e i paurosi dalla contaminazione».

«Fortunatamente – ha aggiunto il vescovo – all’interno della Città non mancano porte e ponti che svolgono una funzione complementare. Sono infatti, rispetto alle mura che separano e dividono, le vie di accesso che aprono e collegano, creando snodi e contatti».

«Perché mi attardo a parlare di mura e di porte?» ha proseguito don Domenico. «Perché se è vero che le mura restano la cifra simbolica di una città non bisogna fermarsi alla loro imponenza, ma scrutare con più attenzione le porte e i ponti che facilitano le relazioni senza le quali la città implode. Le mura sono importanti per delimitare lo spazio, per identificare un territorio, ma sono i ponti e le porte che la rendono vivibile».

«Oggi corriamo il rischio di chiuderci al nostro interno – ha sottolineato il vescovo – con il fatale pericolo di ripiegarci su noi stessi, diventando facile preda di un spirito fazioso che porta alla contrapposizione permanente. Se però le porte restano aperte e se i ponti sono manutenuti si creano anche le condizioni per non essere segregati mentalmente e per poter affrontare le sfide che ci sono davanti, con un respiro diverso».

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Foto di Massimo Renzi.