Crisi Replas: il Prefetto invita l’azienda ad ascoltare i lavoratori

Prefettura di Rieti

Si è svolto il 13 giugno in Prefettura l’incontro tra le rappresentanze sindacali e i lavoratori della Replas con i rappresentanti della società, che hanno aderito all’invito, per trattare la questione della chiusura della sede della Replas S.r.l. di Rieti.

All’incontro, presieduto dal Prefetto, dott.ssa Chiara Marolla, erano presenti Luciano Galimberti – Consigliere di Amministrazione Tenax S.r.l, Fernando Serafini – Procuratore della Replas S.r.l., Luciano De Santis – Consulente Replas S.r.l., Walter Filippi – Segretario Generale Cgil, Sig. Emiliano Lelli – Segretario provinciale Filctem-Cgil, Giancarlo Lilli – operaio Replas S.r.l., Fabio Altobelli – operaio Replas S.r.l.

Pubblichiamo di seguito il verbale dell’incontro.

Il Prefetto apre la riunione ricordando l’intervento del Direttore della Federlazio, dott. Zanetti, che ha contribuito a rendere possibile l’incontro odierno e riassume per grandi linee gli eventi che hanno anticipato la chiusura della sede dello stabilimento della Replas di Rieti avvenuto il 26 maggio u.s. e il licenziamento dei dipendenti a far data dal 27 maggio u.s.

Prende, poi, la parola il consulente dott. De Santis che intende fare il punto delle varie tappe, precedenti alla chiusura della soc. Replas.

Dal gennaio 2014 si è occupato della questione, peraltro già nota ai dipendenti dal 2013 per la crisi a livello nazionale, se non europeo del prodotto ( materiali in plastica per l’agricoltura ), oggi realizzato a prezzi più competitivi dai cinesi e che ora viene assorbito per lo più dal mercato americano, ove la società ha deciso di spostare la produzione, per i costi troppo onerosi dei trasporti.

La chiusura definitiva era ventilata per la fine di agosto 2014, ivi compreso il periodo di pulizia magazzino, riordino ecc.; i lavoratori chiedevano che venissero loro concessi gli ammortizzatori sociali, ma –sostiene il dott. De Santis – i dipendenti sono 13 e la mobilità è prevista per aziende con almeno 15 dipendenti, assunti da almeno 6 mesi, secondo la normativa vigente (legge Fornero). La società ha studiato la possibilità di venire incontro alla richiesta, ma è risultato impossibile, dato che da 15 anni risultano agli atti della società 13 dipendenti a tempo indeterminato; gli altri sono stagionali.

Varie sono state le riunioni e, per venire incontro alle esigenze dei lavoratori si è proposto di offrire 3 mensilità di stipendio ai dipendenti licenziati, che corrispondono, grosso modo, a 9 mensilità dell’importo per la mobilità; dopo altri incontri e vari rifiuti delle proposte della società, che non prevedevano la concessione di mensilità nette ( che, peraltro, potrebbero essere considerate irregolari dall’INPS, perché dovute quale risarcimento del danno biologico sofferto dal lavoratore solo sulla base di una sentenza del Giudice ), alla fine di maggio lo stesso De Santis prospettava di concedere 6 mensilità nette, come ultima proposta, dietro garanzia dei lavoratori di proseguire nella produzione al 70% e l’esclusione di vertenze sindacali. La proposta veniva rifiutata dall’assemblea dei lavoratori e il 23 maggio u.s. i dipendenti entravano in stato di agitazione. Si interrompeva, pertanto, il dialogo.

Il dott. Galimberti ricorda come la nascita della Replas negli anni ’80 è dovuta all’importante mercato che aveva il prodotto (reti di plastica destinate alla raccolta dell’olio) per la coltivazione di rilievo dell’olio all’epoca; da qualche anno, venuto meno il mercato dell’olio, causa concorrenza con altri paesi e anche per la modifiche normative adottate in ambito U.E., la Replas è stata costretta a modificare il tipo di prodotto con reti in plastica per il settore agricolo. All’inizio degli anni 2000 vari fattori, tra cui l’entrata in vigore dell’Euro, hanno evidenziato come la sede di Rieti non era più competitiva, per i costi di nolo e il rischio di cambio, dato che il mercato ormai si era spostato verso gli Stati Uniti. Tali motivi hanno portato alla decisione di trasferire la produzione in America. Tra l’altro il prodotto è molto sofisticato e si deteriora se rimane a lungo in viaggio o fermo nei magazzini prima di essere consegnato, con inevitabili costi conseguenti. La Repals ha anche proposto il trasferimento temporaneo di alcuni lavoratori nella sede americana per formare i lavoratori locali, ma i lavoratori reatini hanno, tutti, rifiutato. Oggi le perdite annuali della Replas ammontano a 35.000 euro l’anno e non sono sostenibili. Tale circostanza viene sottolineata anche dall’ing Serafini, in forza a Rieti.

Il sig. Lelli, rappresentante sindacale intende precisare le tappe precedenti al licenziamento che sono diverse, a suo avviso, da quanto riportato dal dott. De Santis . La prima fase non è mai stata caratterizzata dalla volontà della Replas di raggiungere un accordo. La società ha prima proposto 3 mensilità, respinte dai lavoratori, poi 6, nette, ma il fine del sindacato mirava a evitare la chiusura della fabbrica, che provoca l’esclusione sociale dei lavoratori. Pertanto, era necessario un ristoro più importante, almeno 12/24 mensilità, tenuto conto che il licenziamento era illegittimo. Inoltre, se portata la questione in sede giudiziale, il Giudice poteva accertare che i dipendenti erano 15, tenuto conto che per 15 anni 3 lavoratori sono stati sempre interinali. Comunque, a seguito di vari incontri, la volontà dei lavoratori era di arrivare a una gestione controllata e coordinata della chiusura. Invece il 26 maggio i cancelli della fabbrica sono stati trovati chiusi e la trattativa si è arenata. Inoltre il giorno 25 i dipendenti hanno denunciato alla Questura che alcuni macchinari venivano prelevati da rappresentanti della soc. Replas dalla sede di Rieti e trasportati altrove.

Il sig. Filippi, dal canto suo, ringrazia la Tenax per la partecipazione all’odierno incontro; si dispiace della mancata presenza della Federlazio, che ringrazia per aver contribuito allo svolgimento dell’incontro. La società, negli anni passati, era florida e impegnava oltre 20 dipendenti; risulta ai legali del sindacato, dalla documentazione della società, che erano impiegate 13 persone fisse e 3 precarie di 40/50 anni. Pertanto la Replas poteva vantare 15 dipendenti a tutti gli effetti.

Per tale motivo ritiene di dover trovare una soluzione perché sostenere che vi erano solo 13 dipendenti è una “furbata”. La proposta ultima di concessione di 6 mensilità nette ai lavoratori, manifestata alla fine di maggio dal dott. De Santis è stata portata all’assemblea dei lavoratori, come previsto, e ognuno è stato libero di accettarla, salvo in ogni caso la possibilità del singolo di agire in giudizio.

La società, a seguito dello stato di agitazione indetto il 23 maggio c.a., che era stato regolarmente comunicato e non era diretto a bloccare la produzione, ha risposto portando via i macchinari il giorno 25 maggio e il 26 maggio i lavoratoti hanno trovato i cancelli chiusi, senza ancora aver ricevuta la lettera di licenziamento, poi pervenuta, per il 27 maggio u.s.

Il dott. De Santis, al riguardo, specifica che tutti lavoratori del primo turno erano stati informati di non andare al lavoro il 26 maggio anche per non essere preoccupati nel trovare i cancelli chiusi;
Il sig. Filippi contesta tale circostanza perché non tutti sono stati informati e, comunque, insiste nella concessione degli ammortizzatori sociali.

Sul punto il dott. De Santis evidenzia che sarebbe più conveniente per la società procedere in tal senso, ma manca il dato oggettivo, e cioè che i dipendenti fossero 15.

Il lavoratore Altobelli fa presente che i precari, pur avendo maturato un certo numero di anni di servizio, non sono stati richiamati, a suo avviso, volutamente dalla società, pur essendo assolutamente necessari per coprire i turni. I lavoratori si sentono parte viva dell’azienda dove hanno lavorato per decenni e si aspettavano un comportamento diverso.

Il sindacalista Lelli richiama la possibilità della Tenax di inserire al suo interno i dipendenti di Rieti, sì da far scattare i benefici di legge e far decadere il contenzioso.

Anche su tale punto il dott. De Santis sostiene che ne manca il presupposto; Tenax è società controllante e non ha alle sue dipendenze i 13 lavoratori; l’offerta economica è giustificata proprio dal fatto che la mobilità non può essere concessa.

IL sig, Filippi, in conclusione, richiamando la necessità di trovare una soluzione che vada incontro alle esigenze dei lavoratori in questo grave momento per l’economia di Rieti propone che la società: revochi i licenziamenti; assuma i lavoratori e i 2 precari per creare i presupposti di un’azienda con 15 dipendenti, abilitata a richiedere i benefici della legge Fornero; prosegua il lavoro per i prossimi mesi e, poi all’inizio del 2015, riapra il discorso della chiusura della sede di Rieti.

In subordine, su richiesta esplicita della società, su una possibile alternativa, data la difficoltà di percorrere questa via, il lavoratore Altobelli propone: almeno 36 mensilità per chiudere la vertenza. 

Il Prefetto, preso atto delle richieste della rappresentanza sindacale e dei lavoratori, invita la società Tenax a valutare le proposte ora formulate e a voler comunicarne l’esito dopo l’acquisizione delle decisioni del Consiglio di Amministrazione rammentando la grave difficoltà, oggi, di questo territorio di offrire lavoro.