Credo la Chiesa

Sorge subito una domanda: Cos’è per me la Chiesa? È davvero madre? È nota l’affermazione di S. Cipriano: “Non può avere Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per madre”. Noi credenti ci lamentiamo spesso, e giustamente, che il mondo e i suoi mass media non riescano ad andare mai oltre la scorza della Chiesa per cogliere in essa anche il mistero di grazia, la sua realtà spirituale; di non vedere, di essa, che il risvolto politico, sociale, indulgendo al “pettegolezzo” sulla Chiesa, più che cercare di capirne l’essenza.

Ma non è solo il mondo a cadere in questo errore: siamo spesso anche noi, figli della Chiesa, specie quelli che vivono a più stretto contatto con essa e con le sue strutture umane. Qualcuno ha detto che “nessun uomo è grande agli occhi del proprio cameriere” e noi siamo un po’ i camerieri della Chiesa, quelli che la vedono, per così dire, dentro casa, nei suoi aspetti più umani e meno gloriosi.

Per una verifica, basta porsi la domanda: Che cosa evoca in me, di primo acchito, la parola “Chiesa”? Tutto quello che ci dice il Nuovo Testamento, e in particolare la Lettera agli Efesini, o invece quasi solo persone, incarichi, problemi, torti ricevuti? Sappiamo cosa intende, purtroppo, il mondo quando sente pronunciare la parola “Chiesa”; intende “il Vaticano”, oppure “la gerarchia, papa, vescovi e sacerdoti”! Noi rischiamo di adeguarci a questo equivoco, se non addirittura di provocarlo.

I Padri (S. Girolamo e S. Agostino in particolare) hanno applicato congiuntamente a Maria e alla Chiesa il versetto del Salmo 44/45 – l’epitalamio regale! – che, nella versione da essi conosciuta diceva: “Tutta la bellezza della figlia del re viene dall’interno” (Gloriosa nimis filia regis intrinsecus: oggi tradotto in “Entra la figlia del re: è tutta splendore”). La bellezza della Chiesa è la grazia di cui anche lei, come Maria, è “piena”. Naturalmente non è la Chiesa che genera la bellezza, la grazia, ma è la grazia di Dio che genera la Chiesa.

Succede con la Chiesa come con la vetrata di una cattedrale gotica, come quando si visita la cattedrale di Chartres. Se si guarda dall’esterno, dalla pubblica via, la vetrata non è che un insieme di pezzi di vetro scuri, legati tra loro da strisce di piombo scure. Ma se si entra dentro la cattedrale e si guarda la stessa vetrata contro luce, dall’interno, che spettacolo di colori, di figure, di significati! Dobbiamo collocarci dentro la Chiesa per comprenderne il mistero. Dentro, non solo istituzionalmente, ma con il cuore.

(da: Amare la Chiesa. Meditazioni sulla Lettera agli Efesini)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.