Credo in Dio Padre

Il grande sconosciuto è Dio Padre. Più che sconosciuto: rifiutato!

Le cause dell’oscuramento della figura di Dio Padre nella cultura moderna sono molteplici. Al fondo c’è la rivendicazione di autonomia assoluta dell’uomo. E siccome Dio Padre si presenta come il principio stesso e la fonte di ogni autorità, non restava che negarlo, e così è avvenuto. “La radice dell’uomo è l’uomo stesso” (K. Marx). “Se Dio esiste, l’uomo è nulla” (P. Sartre). Sono voci levatesi negli ultimi due secoli.

Freud ha pensato di dare una giustificazione psicologica a questo rifiuto, dicendo che il culto del Padre celeste non è che una proiezione del complesso parentale che porta il bambino a idealizzare il proprio padre terreno dopo avere desiderato di ucciderlo.

Parlando dell’epoca che precedette la rivelazione evangelica, un autore del II sec. diceva: “L’ignoranza del Padre era causa di angoscia e di paura”. Succede lo stesso anche oggi: l’ignoranza del Padre è fonte di angoscia e di paura. Se il Padre è, a tutti i livelli, spirituali e materiali, “la radice ultima dell’essere”, senza di lui non possiamo che sentirci “sradicati”.

È urgente dunque riportare alla luce il vero volto di Dio Padre. Non occorrono, per questo, anni di lavoro, come ne sono occorsi per togliere la patina oscura che ricopriva l’immagine del Padre nella Cappella Sistina. Basta un lampo, un’illuminazione del cuore, una rivelazione dello Spirito. Perché il vero volto di Dio Padre è lì, consegnato per sempre nella Scrittura. È contenuto in una parola: “Dio è amore!”. La parola “Dio”, senza altre aggiunte, nel Nuovo Testamento significa sempre Dio Padre. Dunque Dio Padre è amore. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,16).

“Perché ci ha creati Dio?”. A questa domanda il Catechismo ci insegnava a rispondere giustamente: “Per conoscerlo, servirlo e amarlo in questa vita e goderlo poi nell’altra in paradiso”. Questo però risponde solo alla domanda “Per quale fine ci ha creato?” ma non risponde alla domanda “Per quale causa ci ha creato?”. Alla seconda domanda non si deve rispondere “Perché lo amassimo”, ma “Perché ci amava”. Dice la IV Preghiera Eucaristica: “Hai dato origine all’universo per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con lo splendore della tua Gloria”.

Qui sta tutta la differenza tra il Dio dei filosofi e il Dio del Vangelo che dice: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi … Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,10.19).

(da Il potere della Croce II, pp. 12-13)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.