Credo

Gesù dice: “Convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1,5). Prima di lui, convertirsi significava sempre “tornare indietro” (è il termine ebraico “shub”, “teshuba”), tornare all’Alleanza violata. Con Gesù la parola conversione assume un significato nuovo, rivolto più al futuro che al passato. Convertirsi non significa tornare indietro, all’Antica Alleanza, ma significa fare un salto in avanti, entrare nella Nuova Alleanza, afferrare questo Regno che è apparso, entrarvi, ed entrarvi mediante la fede. “Convertitevi e credete” non significa due cose diverse e successive, ma la stessa azione: convertitevi, cioè credete; convertitevi credendo!

“Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9,23) e “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37). La fede rivela la sua natura divina nel fatto che è praticamente inesauribile. Non c’è un punto oltre il quale non si possa andare nel credere: si può sempre credere ancora di più. Tutta la grazia di Dio è al lavoro per portare l’uomo da un grado di fede a un altro grado più perfetto, da una fede con segni a una fede senza segni. Appena il credente è riuscito a superare, con la fede, un ostacolo, Dio non perde tempo e gli mette davanti un ostacolo più alto, sempre più alto, sapendo quale corona gli sta preparando con l’altra mano. Così di seguito, fino a chiedergli l’(umanamente) impossibile: il salto nel buio. Avviene, con la fede, come nella gara atletica del salto in alto: a ogni salto riuscito, l’asticella viene innalzata di qualche centimetro, per permettere un salto ancora più alto e così il limite precedente viene sempre di nuovo superato, senza che si possa prevedere quale sarà il “record” finale. Non si finisce mai di stupirsi dinanzi a questa grande invenzione di Dio che è la fede. La gloria del cielo è come un albero maestoso dai molti rami e dai molti frutti, ma nasce da un piccolo seme coltivato sulla terra, e questo seme è la fede. Immaginiamo cosa faremmo se un giorno ci venisse dato – da uno che sappiamo essere un esperto in materia – un piccolo seme in una scatolina, con l’assicurazione che si tratta di un seme unico al mondo, che produce un albero ricercatissimo, capace di fare ricco chi lo possiede: come lo custodiremmo, come lo ripareremmo dai venti … Così dobbiamo fare con la nostra fede: esso è un seme che produce “frutti di vita eterna”!

(da: La vita in Cristo – Il messaggio spirituale della Lettera ai Romani)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.