Comune di Rieti: campane a morto per i precari?

Ieri, 19 giugno 2012, Consiglio Comunale di Rieti (con drammatica illustrazione delle grane del bilancio con passivi allarmanti, cifre che non tornano, comunicazioni alla corte dei conti, interventi della minoranza puntualizzando che i conti tornano) l’ex assessore Diana con l’ex assessore Sanesi, con raro equilibrismo intervengono spronando la maggioranza a richiamare in servizio i precari che devono mangiare, ricordiamo lasciati in brache di tela allo scadere della precedente sindacatura Emili.

Dopo questa serie di interventi cristianamente per l’ex lavoratore è sempre più fosca la situazione, sempre più buia dopo le dichiarazioni serali dell’assessore al personale dott. Bigliocchi, asserendo che per una parte, ex art. 90 e 110, si esclude totalmente il rinnovo: anche qui chiarezza. Per gli altri: co.co.co. e Voucher, al limite si prospetterebbe l’adozione di un bando ad evidenza pubblica.

Noi ripetiamo, in questo caso Voucher, che a suo tempo fummo cooptati tramite bando pubblico con superamento relativa prova di idoneità, dopo di che, invece di risolvere la nostra posizione con un progetto solido e duraturo, come insegnano le famose delibere con adesione della Regione Lazio che permisero di sanare le posizioni di una quarantina di lavoratori , “i miracolati”, per noi furono posti in essere questi benedetti Voucher da 400 euro, appunto.

Noi continuiamo a puntualizzare su un nostro pronto reimpiego pienamente legittimo, dato i nostri trascorsi ben regolari di anni al servizio dell’ente. Siamo un gruppo di lavoratori con la mobilità in deroga, e chiediamo che venga di nuovo coinvolta la Regione Lazio, con la collaborazione del sindacato, per trovare una soluzione chiara senza artifici tesi a eliminarci definitivamente dalla scena senza tanti complimenti; ci rivolgiamo all’intera maggioranza di centro sinistra, che prenda posizione chiara e netta: noi siamo le maggiori vittime di certa politica non chiara.

La crisi non possiamo sempre pagarla noi lavoratori con un passato da occupati nel settore privato, dove abbiamo creato ricchezza, sgobbando duramente. Non siamo parassiti.