In cinema i nuovi titoli dedicati all’universo giovanile

Al cinema, tra fine marzo e inizio aprile, cinque titoli, tra italiani e americani, dedicati all’universo giovanile: “Slam”, “Non è un Paese per giovani”, “Classe Z”, “The Startup” e “17 anni (e come uscirne vivi)”. Un nuovo sguardo per un nuovo pubblico?

Cinema sui giovani e per i giovani. È questo il dato che emerge dalle uscite in sala in Italia, tra il 23 marzo e il 6 aprile. Ben cinque titoli, quattro italiani e uno hollywoodiano, raccontano vite, famiglie e relazioni di giovani tra i banchi di scuola, famiglia e prime esperienze lavorative.

La compagine più nutrita arriva dall’Italia.

Nel segno della commedia, infatti, quattro noti autori si sono confrontati con le esistenze dei ragazzi di oggi, cercando di coglierne spontaneità, linguaggio e spirito con cui si rapportano alla vita quotidiana: “Slam. Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli, “Non è un Paese per giovani” di Giovanni Veronesi, “Classe Z” di Guido Chiesa e “The Startup. Accendi il tuo futuro” di Alessandro D’Alatri. Dagli Stati Uniti completa il quadro “17 anni (e come uscirne vivi)” (“The Edge of Seventeen”) dell’esordiente Kelly Fremon Craig.

Quale riflessione emerge da questa strana e felice coincidenza di film?

Anzitutto va ricordato che il cinema ha sempre posto molta attenzione alla condizione dei giovani, in particolare nella dimensione scolastica e nel rapporto a casa. Basta citare alcuni titoli per comprendere la portata e la popolarità del fenomeno: “L’attimo fuggente” (“Dead Poets Society”, 1989) di Peter Weir, “La scuola” (1995) di Daniele Luchetti e “Caterina va in città” (2003) di Paolo Virzì. Un piccolo assaggio di un nutrito filone. Oltre all’esigenza sistematica di avanzare delle letture di taglio socio-culturale sulla condizione dei giovani, il cinema volge lo sguardo al popolo degli “Under” perché rappresenta di fatto lo zoccolo duro del pubblico cinematografico, quello che garantisce il box-office nazionale. Un cinema, dunque, che sente il bisogno di interrogarsi sui ragazzi, ma che ha inoltre una necessità primaria di instaurare con loro un contatto, in quanto pubblico di riferimento, per lo più incline a scegliere commedie, film di animazione, fantasy oppure horror. Ma vediamo i titoli da vicino.

“Slam. Tutto per una ragazza”
Prendendo le mosse dal romanzo “Tutto per una ragazza” di Nick Hornby, Andrea Molaioli – “La ragazza del lago” – inquadra le (dis)avventure di un gruppo di ragazzi di 16 anni. Sam (Ludovico Tersigni) e Alice (Barbara Ramella) sono due studenti che vivono una gravidanza inattesa, con entusiasmo e smarrimento sia loro che (soprattutto) dei propri genitori. Nel cast Jasmine Trinca e Luca Marinelli. Il film ricorda molto il copione di “Piuma” di Roan Johnson, passato in concorso alla Mostra di Venezia nel 2016. “Slam” si presenta come una commedia frizzante, senza essere però troppo approfondita; dialoghi interessanti, per un film complesso e con aspetti problematici.

“Non è un Paese per giovani”
Giovanni Veronesi – “Manuale d’amore”, “L’ultima ruota del carro” – non guarda ai liceali bensì ai ventenni precari con “Non è un Paese per giovani”. Il regista toscano desidera mettere a fuoco il luogo comune della “fuga dall’Italia” come unica spiaggia per sbarcare il lunario dei giovani contemporanei. Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo e Sara Serraiocco sono tre ragazzi che vedono in Cuba un sogno di riscatto. L’entusiasmo iniziale deve però fare i conti con una realtà articolata e di certo difficile, che li porterà a capire che nulla è scontato. Si sorride con amarezza, in un film da considerare complesso e segnato da problematicità.

“Classe Z”
L’ispirazione del film “Classe Z” per Guido Chiesa – “Io sono con te”, “Belli di papà” – nasce dalla scoperta del portale ScuolaZoo, ma anche da un fitto dialogo con i suoi figli e con i loro amici, i quali hanno espresso di ricevere uno scarso stimolo dalla scuola. “Come padre facevo fatica a credere loro – ha dichiarato il regista – ma come cineasta mi sembrava un punto di partenza ricco di potenzialità”. E di potenzialità il film ne ha indubbiamente, perché racconta l’emarginazione di studenti ritenuti inadatti alla maturità, che si mettono in gioco grazie a un giovane docente prima bersagliato (la parodia de “L’attimo fuggente”), ma dopo amato, l’unico che crede in loro. Guido Chiesa ha curato bene dialoghi e ambientazione, tra realismo e virate comiche.

“The Startup”
Con “The Startup. Accendi il tuo futuro” Alessandro D’Alatri – “Casomai”, “Sul mare” – si confronta con il desiderio di emergere e affermarsi che hanno i giovani oggi, attraverso la vicenda di Matteo Achilli, imprenditore nel 2012 a soli 20 anni con il popolare portale Egomnia. Approfondendo la biografia dello “Zuckerberg italiano”, D’Alatri desidera mettere in luce da un lato le insidie che costellano il rapido successo per un emergente, ma dall’altro anche le enormi difficoltà per avere ascolto e credito in una società che lascia ben poco spazio ai giovani. Nel cast Andrea Arcangeli e Matilde Gioli.

“17 anni (e come uscirne vivi)”
Da Hollywood arriva “17 anni (e come uscirne vivi)” (“The Edge of Seventeen”) della regista Kelly Fremon Craig, interpretato da Hailee Steinfeld, candidata per il ruolo ai Golden Globe 2017. Il pregio dell’opera è quello di aver centrato l’irrequietezza e l’inquietudine di una giovane di 17 anni, Nadine, che si sente irrisolta e isolata dal mondo intorno, dalla famiglia ai compagni di scuola. Si passa da slanci di pessimismo, dai pensieri più estremi, alla voglia di sorridere ed essere compresi. Centrale nel film è il ruolo del professore Bruner (Woody Harrelson), l’unico che mostra attenzione verso la ragazza e che saprà offrile parole di conforto e di tenerezza. “17 anni (e come uscirne vivi)” si muove tra amarezza e speranza, regalando una visione positiva.

(testo di Massimo Giraldi e Sergio Perugini)