Catechisti, missionari tra ragazzi e genitori

Sette ceri, deposti dinanzi all’icona del Cristo Maestro collocata a lato dell’altare maggiore di S. Maria. A recarli, nel gesto svolto al termine della Messa vespertina presieduta dal vescovo Lucarelli, sette dei molti catechisti radunati nella navata per la celebrazione che segna il mandato del pastore a quanti, nelle parrocchie della diocesi, si impegnano nell’aiutare le giovani generazioni ad affacciarsi alla fede. Altri sette accompagnano il gesto con un’invocazione allo Spirito Santo: a lui si chiede di accompagnare opere e parole per chi svolge tale impegnativo e delicato compito nelle comunità cristiane. E tra le preghiere che si levano, si chiede di rendere i catechisti degli autentici «missionari presso i genitori e i ragazzi, gli adolescenti e i giovani che cercano nel Vangelo una luce di speranza e una promessa di felicità piena» e la forza, sull’esempio di san Paolo, di «portare alla fede anche i lontani, perché il tuo amore non conosce confini e non si ferma di fronte alle nostre povertà e fragilità».

Poi tocca a monsignor Delio pronunciare sui catechisti riuniti la sua benedizione, che vale come invio, da parte di colui che è il primo catecheta della Chiesa locale, a farsi educatori e sostenitori nella fede di tanti fratelli e sorelle, specialmente chi è nei primi anni di vita e va guidato ai rudimenti dell’esperienza cristiana. A chi, domenica scorsa, ha accolto l’invito dell’ufficio catechistico diocesano a radunarsi in Cattedrale – solo una parte dei tanti operatori parrocchiali della catechesi attivi nelle parrocchie reatine – il vescovo aveva voluto ricordare, nell’omelia, le parole rivolte da papa Francesco una settimana prima, in occasione del pellegrinaggio dei catechisti svoltosi a Roma per l’Anno della fede. E ha tenuto a ribadire, monsignor Lucarelli, che un catechista è prima di tutto uno che questa fede l’ha profondamente accolta e fatta propria, «un cristiano che porta in sé la memoria di Dio, si lascia guidare dalla memoria di Dio in tutta la sua vita, e la sa risvegliare nel cuore degli altri», secondo le parole del Santo Padre.

Un ruolo sempre più difficile, quello di chi ha a che fare con ragazzi che spesso non sanno bene nemmeno perché si trovano a seguirlo, il cammino di catechesi. Di qui l’inevitabile impegno di camminare insieme alle famiglie, con quella profonda attenzione ad esse che la Chiesa reatina vuole mettere al centro di questo anno pastorale. In sintonia con la Chiesa universale (proprio in questi giorni l’annuncio che il Santo Padre dedicherà alle problematiche della famiglia il prossimo Sinodo dei vescovi) e italiana (reduce della Settimana sociale che a Torino ha sviscerato i temi legati alla realtà familiare), la nostra comunità diocesana, ha ribadito Lucarelli, è intenzionata a vivere intensamente questo anno dedicato alla famiglia, intersecato con l’Anno della fede che si conclude e tematicamente innestato in esso, vedendo il matrimonio come risposta alla vocazione battesimale e la famiglia come primo luogo per educare alla fede. Il primo impegno dei catechisti, allora, è di aiutare le famiglie, con tutte le difficoltà che esse oggi vivono anche in ordine all’esperienza credente, a svolgere tale compito: sentendosi in questo, come detto nella ricordata invocazione allo Spirito, dei veri missionari nei confronti di ragazzi e genitori.