Braccia rubate… al seminario. Un aiuto inedito ad Accumoli e Amatrice

L’aiuto nei paesi colpiti dal terremoto non basta mai. E c’è da dire che si è davvero mossa tutta Italia per dare un contributo alla rinascita di queste aree interne e montane. Ma qualche volta una mano arriva proprio da dove meno te lo aspetti

Le cronache del dopo terremoto sono piene di polemiche e aspettative deluse. Difficoltà e lungaggini sembrano farsi avanti a ogni passo. Le massime autorità dello Stato e della Regione visitano di continuo i luoghi del disastro, ma non sembra che i cittadini sentano le istituzioni più vicine.

Eppure qualcosa si muove. Forse si va troppo piano, ma le abitazioni provvisorie vengono assegnate e il panorama umano va cambiando, anche in forza del rientro dei cittadini dalla costa, dove sono stati ospiti dalle strutture alberghiere.

Di sicuro se ne accorgono gli operatori della Caritas, che al lavoro “ordinario” di prossimità e ascolto attivo del territorio, continuano ad affiancare un’attenta analisi sull’evoluzione socio demografica e relazionale del territorio. Una presenza discreta che osserva i cambiamenti per prevenire i bisogni e portare aiuto dove serve. Sempre lavorando di casa in casa, di persona in persona. Perché ogni storia è unica, e ha bisogno di un percorso particolare.

Si intrecciano così le storie di chi cerca aiuto per riprendere in mano la propria attività e la propria vita, con quelle di chi continua a dormire nella roulotte, perché la sua casa in muratura ha retto ed è stata dichiarata agibile, ma di notte fa ancora paura. E poi ci sono le storie di chi è affetto da disabilità, di chi chiede aiuto per far pascolare il suo gregge, di chi non riesce a trovare lavoro, di chi è molto sensibile e prova vergogna a chiedere.

A dare una mano agli operatori reatini in questo scenario, oltre ai volontari che arrivano dalle Caritas delle altre regioni, la scorsa settimana è stata una presenza inedita. L’attività ordinaria si è infatti avvantaggiata delle braccia e dei cuori di un folto gruppo di seminaristi. Ospiti del Campo Caritas, hanno dato una mano nelle attività a supporto dell’infanzia e dei campi estivi di Cittareale, Borbona e Amatrice e si sono messi a disposizione del Centro d’Ascolto di Amatrice e del Centro d’Ascolto Itinerante. Né si sono tirati indietro davanti al lavoro manuale e di fatica, unendo all’ascolto il concreto supporto ad agricoltori e famiglie.

Nulla di strano, allora, se passando per i campi di Amatrice è capitato di vedere dodici aspiranti sacerdoti rimettere la legna pesante, costruire recinzioni in ferro, o dipingere steccati. Sono cose da fare mentre si provvede alla distribuzione di beni di prima necessita alle famiglie che ne hanno fatto richiesta. E non senza l’entusiasmo di voler esportare questo modello di prossimità fatto di apertura del cuore, fatica e lavoro manuale una volta divenuti sacerdoti.

Sì, ad Amatrice qualche cosa sta cambiando. E meno a rilento di quanto si creda.