Benedetta Tobagi al Meeting dei Giovani: «Ripartire dalle scuole per allentare la paura per quanto accade nel mondo»

«Le scuole sono i posti dove gli italiani di domani cominciano a convivere. È un luogo di mediazione in cui si cerca di capire cose c’è dietro un padre, una madre, una famiglia, per dare loro valore. I bambini stranieri sono una ricchezza, non un ostacolo. Riconoscere nell’altro la sua dignità di persona. Il riconoscimento è una forza dirompente».

Ripartire dalle scuole per allentare «la paura per quanto sta accadendo nel mondo». A pensarla così è Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice, figlia di Walter Tobagi, giornalista del «Corriere della Sera» ucciso dalle Brigate rosse il 28 maggio 1980, che ieri è intervenuta alla giornata conclusiva del Meeting dei Giovani, promosso dalla diocesi di Rieti, che si è svolto ad Amatrice (dal 6 gennaio), sul tema “Solo l’amore”.

Ai circa 200 giovani presenti la scrittrice ha parlato prendendo spunto dal suo libro, La scuola salvata dai bambini. Viaggio nelle classi senza confine nel quale affronta i luoghi comuni e i timori che serpeggiano fra i banchi. Un viaggio cominciato ad Amatrice, prima del sisma, e che ha toccato Roma, Brescia, Ancona, Torino, i paesini della bassa mantovana, e realtà di frontiera come Udine e Palermo.

«Incontrare le persone nelle scuole è stata una botta di fiducia – ha detto Tobagi – ho potuto vedere una pratica amorevole quotidiana verso bambini e genitori stranieri per metterli al pari degli altri. Crescere e studiare in una classe mista permette di conoscere una porzione di mondo più grande. L’attenzione cambia le persone ed esporsi al contatto con portatori sani di questi valori provoca contagio positivo. Una delle chiavi dell’amore – ha concluso – è il riconoscimento, guardare all’altro rimuovendo i blocchi che abbiamo».