Ascensione del Signore – Anno A

Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni;

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Salmo responsoriale (dal Salmo 46/47)


La liturgia di oggi, ci conduce verso l’evento di Pentecoste, verso la nuova realtà della nostra fede che vede compiersi la volontà del Signore nel suo disegno di salvezza: Gesù che dopo aver donato se stesso, ritorna al Padre e nel suo grande amore, attraverso la sua preghiera, ottiene per noi il dono dello Spirito Santo. Gesù stesso, Figlio di Dio, prega il Padre per noi e come possiamo non pregare, acclamare noi stessi il Signore riconoscendo nella nostra vita la sua presenza e la sua grazia. Il salmo di oggi, è l’inno che il popolo eletto proclamava percorrendo la salita verso il tempio, lodando l’onnipotenza divina, acclamando il Dio di Abramo, il Dio della promessa diventata realtà nonostante le tante debolezze e le cadute , vissute durante il cammino dal popolo eletto. Così è per la nostra fede, tante volte preda di incertezze e momenti di silenzio, dovuti alla nostra condizione umana. «Ascende Dio tra le acclamazioni» (Sal 46,6), così pregava il popolo proclamando il Signore re di Israele e del mondo e l’aspetto messianico del canto ci conduce al Vangelo di oggi, dove l’evangelista Matteo, a differenza di Marco e Luca, che narrano compiutamente l’evento dell’elevazione di Gesù al cielo, racconta la sua apparizione in Galilea e la missione universale rivolta a tutti i cristiani: «Andate dunque e fate discepoli in tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Con queste parole si conclude il Vangelo di Matteo e sono l’eredità spirituale del Signore e la missione che aspetta la Chiesa universale, chiamata a diffondere e portare il messaggio di salvezza. E la Chiesa sono tutti i battezzati, tutti coloro che ricevendo i doni dello Spirito, sono chiamati a seguire i comandamenti divini, soprattutto il comandamento più grande che Gesù ci ha lasciato: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» (Gv 15,12), ed essere segno, nella nostra piccola o grande realtà di vita dell’infinito amore, che il Signore ci dona. «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), sono le parole di Gesù che riempiono di gioia e serenità i nostri cuori, spronandoci a portare al prossimo il suo messaggio di salvezza.