Anpal: Una rete di servizi, in via di costruzione e di miglioramento

La mancanza di lavoro per i giovani resta il problema più rilevante per il nostro Paese. Ne abbiamo parlato con Maurizio Del Conte, professore di diritto del lavoro all’università Bocconi e presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro)

La disoccupazione colpisce duramente anche gli over 50, ci dicono gli ultimi dati Istat. Ma la mancanza di lavoro per i giovani resta il problema più rilevante per il nostro Paese. Ne abbiamo parlato con Maurizio Del Conte, professore di diritto del lavoro all’università Bocconi e presidente dell’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro).

Per quali cause il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è quasi il doppio di quello dell’Eurozona? C’è chi ha parlato di una “ferita strutturale” del nostro sistema socio-economico.
Certamente l’alta disoccupazione giovanile in Italia ha cause di natura strutturale, con radici che affondano nel passato e che per molti versi accomunano l’Italia agli altri paesi dell’Europa meridionale. Il nostro è tradizionalmente un mercato del lavoro che aiuta più chi è già dentro rispetto a chi è fuori, come appunto i giovani in cerca di un’occupazione. Queste caratteristiche hanno fatto sì che la crisi economica degli ultimi anni abbia pesato, in termini occupazionali, soprattutto sui giovani. È andata diversamente nei Paesi che già da tempo si erano dotati di politiche attive del lavoro e di servizi per l’impiego efficienti, con misure personalizzate e interventi finalizzati all’incontro domanda-offerta. Va detto tuttavia che

i dati più recenti indicano un significativo calo della disoccupazione in Italia tra gli under 35. Qualcosa si sta quindi muovendo.

L’Italia, in particolare, ha anche un tasso molto elevato di giovani che non studiano e non lavorano, i neet. Tra i Paesi dell’Ocse ci supera soltanto la Turchia. C’è una ragione specifica per cui questo avviene?
Il nostro Paese è uno di quelli in cui l’alta percentuale di neet si accompagna ad alti tassi di disoccupazione giovanile e alti tassi di disoccupazione di lunga durata. Sono tre aspetti legati fra di loro. Modalità lunghe e difficoltose di ingresso nel mondo del lavoro da parte dei giovani determinano un aumento dei tempi di ricerca di un’occupazione e quindi un incremento della disoccupazione di lunga durata. Le risposte devono esplicarsi su più fronti, dal contrasto dell’abbandono scolastico all’ammodernamento dei sistemi di istruzione, dall’integrazione tra il mondo della formazione e quello delle imprese alle politiche attive del lavoro. Con questo approccio è stato lanciato su scala europea il programma Garanzia Giovani, che per l’Italia ha rappresentato il primo tentativo di definire una strategia nazionale di politiche attive, in grado di superare l’eccessiva frammentazione a livello locale.

Qualcosa si è mosso sul fronte del lavoro dei giovani. Si tratta però di miglioramenti così contenuti che non sembrano ancora aver intaccato lo zoccolo duro del problema. Nella percezione collettiva, ma anche nelle parole del presidente Mattarella, il lavoro, e in particolare il lavoro dei giovani, è la priorità del Paese.
Il Presidente Mattarella nel suo discorso del primo maggio ha indicato con grande chiarezza la strada maestra: chi è senza lavoro non va mai lasciato solo, ma accompagnato a un nuovo impiego con strumenti e percorsi di riqualificazione. Quel che serve è un rafforzamento delle politiche attive. Per questo si è deciso di dar vita all’Anpal.

L’agenzia che lei presiede, l’Anpal, è nata proprio per potenziare le “politiche attive” del lavoro, che in Italia finora sono rimaste un passo indietro. Che bilancio può fare a poco più di un anno dalla sua nomina?
In realtà l’Anpal è divenuta effettivamente operativa solo nel gennaio di quest’anno, parliamo quindi di una manciata di mesi.

All’attivo ci sono due interventi che stanno già dando ottimi frutti: il bonus occupazionale per i neet e quello per l’occupazione nel Sud.

Abbiamo inoltre avviato la sperimentazione dell’Assegno di ricollocazione, per i disoccupati che ricevono la Naspi da almeno 4 mesi. È la prima misura nazionale che punta a servizi standard disponibili su tutto il territorio. Siamo impegnati anche sul fronte delle crisi aziendali, come ad esempio quella di Almaviva, che ha messo alla porta un cospicuo numero di lavoratori, in gran parte donne e di età avanzata. Un altro ambito importante di intervento, in questo caso specificatamente rivolto ai giovani, è quello della transizione scuola-lavoro, con 1.000 tutor messi a disposizione di istituti scolastici e università a partire dal prossimo anno scolastico. Abbiamo di fronte una sfida impegnativa, ma possiamo ora dire che la macchina si è messa in moto e inizia a macinare terreno.

Dal suo osservatorio che consiglio darebbe, oggi, a un giovane che cerca lavoro e vive in una famiglia dalle risorse limitate, come la maggior parte…
Il consiglio è di avere fiducia in sé stesso, di “crederci”, di attivarsi. E al tempo stesso sapere che non sarà lasciato solo, che può contare sull’aiuto di una rete di servizi, in via di costruzione e di miglioramento, ma la cui mission è proprio quella di affiancare i giovani in questo loro percorso di ingresso nel mercato del lavoro.