Amatriciana: «piatto nazionale della solidarietà» in attesa del marchio di Specialità Territoriale Garantita dall’Europa

Pirozzi: «può sembrare superfluo pensare alla sagra, ma daremo vita a qualcosa che veda l’amatriciana divenire piatto nazionale della solidarietà».

«In questi otto mesi ho capito che il grande defibrillatore per far ripartire il cuore di Amatrice che si era fermato il 24 agosto scorso è stata la solidarietà arrivata da moltissimi italiani. Il prossimo 24 agosto sarà il giorno del silenzio ma poi, anche se ora può sembrare superfluo pensare alla sagra, daremo vita a qualcosa che magari veda proprio l’amatriciana divenire piatto nazionale della solidarietà. Potrebbe essere un’idea magnifica. Soprattutto ora che stiamo aspettando, grazie all’intercessione del ministro Martina, il riconoscimento del marchio STG (specialità territoriale garantita) dall’Europa, oggi appannaggio solo della mozzarella di bufala e della pizza napoletana, che potrebbe rappresentare un volano per l’economia».

Con queste parole il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi è intervenuto nel corso della trasmissione “Viaggi e miraggi in Fm” in onda su Radio Punto Sud (www.puntosud.net). Intervistato dal giornalista Daniele Priori, il primo cittadino amatriciano ha fatto il punto sulla situazione a ormai otto mesi dalla prima scossa che ha devastato la cittadina del reatino: «A breve partiranno i lavori della scuola definitiva, il liceo scientifico è diventato sportivo internazionale, una tipologia di istituto superiore di cui in Italia ce n’era fino a oggi solo una a Bolzano: sedici iscritti da fuori regione che verranno a studiare e dormire ad Amatrice. Abbiamo chiuso un accordo con la Croce Rossa, l’associazione ‘Io ci sono’ di Raoul Bova e Il Fatto Quotidiano per la realizzazione del nuovo cinema teatro».

«Il futuro è in costruzione – ha detto Pirozzi – il presente oggi passa per un luogo martoriato dalla forza della natura ben quattro volte ma che continua ad avere uno spirito forte. La mia è un’esperienza che, nella disgrazia, mi ha reso meno peggiore di prima».

«Nei giorni scorsi hanno riaperto un agriturismo e un bar. Tra poco riaprirà il mondo commerciale finanziato dalla Regione e dallo Stato, per il resto qui la situazione è un post-guerra. Onore al merito di chi ha resistito in questi otto mesi. Certamente sono rimaste intatte le bellezze dei monti, delle passeggiate nel cuore del parco nazionale in cui ci troviamo. Noi non siamo mai morti – ha precisato in conclusione – c’è sempre stata la presenza umana accresciuta dalla vicinanza e dalla solidarietà di tante belle persone».