Agricoltura Organica e Rigenerativa: buon risultato per il corso

30 partecipanti da tutta Italia e anche dall’estero per il Corso di Agricoltura Organica e Rigenerativa organizzato lo scorso weekend da Postribù e Deafal Ong in collaborazione con la Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile, presso la Stazione Ornitologica di Rivodutri.

Il seminario, rivolto ad agricoltori, tecnici del settore così come agli appassionati dell’orto, ha affrontato con lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche il tema dell’agricoltura, intesa come un sistema di produzione che rispetti i delicati equilibri naturali e il rapporto tra l’uomo e la terra che lo ospita.

Molto più dunque di sole tecniche agricole da apprendere e riproporre: l’associazione Deafal parte proprio dall’assunto che, in agricoltura come in ogni altro settore, sia fondamentale riappropriarsi di consapevolezza e senso di responsabilità. Che tradotto – spiega Matteo Mancini, agronomo e docente in questa due giorni – “significa concepire la terra che abitiamo e coltiviamo come una parte di noi e non come mero strumento economico. Conoscere il terreno valutandone la sostanza e la composizione ci restituisce un legame più stretto con la terra, visto che non siamo qui per domarla, ma per comprenderla nella sua natura complessa di organismo vivente che possiede un’identità e merita di essere rispettato”.

L’agricoltura così come praticata da decenni in Italia non è più sostenibile: distrugge il suolo, mina la nostra salute e rinuncia perfino alla propria identità, avendo delegato nelle mani delle istituzioni (consorzi nazionali e Comunità Europea) la decisione di cosa coltivare, in un meccanismo che rende gli agricoltori dipendenti dal ricorso ai prodotti chimici: l’utilizzo di fertilizzanti industriali ingenera nelle colture la necessità di altri prodotti che combattano le malattie e i parassiti, in un circuito infinito che si autoalimenta e in cui il contadino è solo un consumatore e nient’altro.

Poiché l’agricoltura organica ha lo scopo di rinforzare il terreno ed aumentarne la produttività in modo del tutto naturale, durante il corso i partecipanti hanno potuto studiare le diverse composizioni del terreno locale, per poi cimentarsi nella preparazione di composti naturali che aiutino il suolo a diventare più forte e redditizio.

Se lo scopo di Deafal è quello di rendere l’agricoltura di qualità (salubre, vantaggiosamente economica, rispettosa dell’ambiente) un modello dominante, sovvertendo l’attuale sistema che ancora considera il biologico alla stregua di una nicchia di mercato, un po’ di rammarico viene dall’associazione Postribù, da anni impegnata localmente su questi temi e che registra ancora scarso interesse da parte dei produttori locali.
“Purtroppo solo pochi imprenditori sensibili hanno partecipato al seminario, di cui solo uno della Riserva” – riporta Elisa De Paola che cura per Postribù i progetti sull’agricoltura e sull’alimentazione – “Paradossalmente, mentre vediamo nei negozi crescere l’offerta di prodotti biologici provenienti da altre regioni, gli agricoltori del reatino praticano in prevalenza sistemi agricoli tradizionali, avvelenando con pesticidi e diserbanti l’ecosistema e i prodotti ottenuti, senza considerare le conseguenze a lungo termine di depauperazione dei terreni e di erosione del suolo. La speranza è che cresca progressivamente l’interesse dei consumatori verso un’alimentazione più sana, e che quindi anche i nostri agricoltori si orientino maggiormente su produzioni più sostenibili per il territorio, che poi sono anche più vantaggiose per le loro tasche”.