A Cracovia ma… non per cacciare i Pokemon

Cracovia in queste ore si sta riempiendo di giovani pellegrini da tutto il mondo. Ma tutti sembrano aver lasciato a casa la voglia di cacciare Pokemon. A Cracovia smartphone e Gps non si usano per scovare i simpatici esserini virtuali ma per per orientarsi tra strade e luoghi poco noti. Nessun incidente pokemon/correlato ma solo voglia di vivere una esperienza forte di fede e di amicizia. Alla Gmg i Pokemon possono attendere

Venusaur, Charizard, Blastoise, Pikachu e compagnia Pokémon bella, state tranquilli. A Cracovia nessuno vi cerca, nessuno vi caccia. Non dovete temere di gironzolare per la piazza del Mercato, né tantomeno nascondervi tra le bancarelle di obwarzanek, le tipiche ciambelle di pasta di pane di Cracovia, nelle torri del castello di Wavel o peggio fuggire lungo le rive della Vistola. Nessuno dei giovani in arrivo in Polonia per la Gmg, vi colpirà con una Poké Ball. Nessuna vibrazione di smartphone li avvertirà della vostra presenza. Rilassatevi! Non ci sarà nessuna cattura, schiusa, evoluzione e lotte in palestra. E i Pokestop? A Cracovia sono aperti solo quelli reali, monumenti, musei, edifici storici, mostre e soprattutto chiese. Quelli magici, dove potersi approvvigionare degli oggetti indispensabili, come Pokeball, per catturare i simpatici animaletti, medicine o pozioni per curare quelli feriti o addirittura rigenerarli, sono chiusi. Insomma una Gmg poco “pokéfriendly”.

Se si cammina di questi giorni per le strade di Cracovia, invase dai pellegrini della Gmg, è davvero raro imbattersi in un cacciatore di Pokemon. I cuori e i cellulari dei giovani vibrano per “Altro”

e il Gps serve per orientarsi tra strade e luoghi fino ad oggi loro sconosciuti. Si dice che questa di Cracovia sia la prima Gmg social e lo si capisce dalla ricerca di zone “free wi-fi” per poter inviare messaggi a casa, agli amici, spedire foto e contenuti, ma di Pokemon nessuna traccia. Fino ad oggi non si registrano incidenti pokemon/provocati, come craniate tra cacciatori pokemonizzati assorti a seguire le orme virtuali di questi esserini nati negli anni ’90, o grida di giubilo per una cattura andata a buon fine. I giovani attraversano le strisce pedonali facendo attenzione alle macchine in corsa, non urtano pali della luce o altri passanti inermi.

Il loro interesse è vivere un’esperienza forte di fede e di amicizia. Nelle piazze ci si incontra non per andare a caccia di Pokemon ma per fare festa, ridere, cantare, ballare e pregare.

“Siamo qui per ascoltare il Papa e conoscere altri giovani di ogni parte del mondo”, ripetono all’unisono e ridendo se ne vanno. Qui a Cracovia i Pokemon possono attendere.