A Cantalice, festa di San Giuseppe con… sorpresa

La ventinovesima edizione della festa in onore di San Giuseppe, organizzata al bivio di Cantalice, ha avuto quest’anno un sapore diverso. Perché con la regia del parroco don Nicolae Zamfirache e la partecipazione dei vescovi Domenico e Delio Lucarelli, a ricevere il sacramento dell’unzione insieme agli anziani e ai malati è stato don Gottardo, che anche così si è lasciato abbracciare dalla comunità nella ricorrenza dei suoi cinquant’anni di sacerdozio

Gesù, parlando del seme che se rimane solo non porta frutto, vuole dirci che «il seme deve impastarsi di terra»: ognuno deve sapersi coinvolgere sino in fondo, saper davvero morire, dare la vita, per poter essere quel che Gesù vuole. «E don Gottardo iniziò a “impastarsi” senza riserve nella terra di Marcetelli, la prima comunità in cui fu inviato parroco», e lì iniziò la sua opera di farsi seme, oltre che di seminare, per ben cinquant’anni di sacerdozio. Ha parlato col cuore, il vescovo Domenico, alla celebrazione che, in prossimità della solennità di san Giuseppe, ha radunato la comunità cantaliciana nella chiesetta del Bivio che don Gottardo volle dedicare proprio allo Sposo di Maria, nel giorno della cui festa egli venne ordinato presbitero.

A guidare la comunità dei piani di Cantalice, assieme alla frazione San Liberato (e, nel vicino comune di Rivodutri, Apoleggia) è ora don Nicolae Zamfirache, mentre mons Gottardo Patacchiola “governa” ancora la parte alta della patria di san Felice. E nell’organizzare i festeggiamenti in onore del titolare del luogo di culto non ha mancato di prevedere, nel pomeriggio domenicale che vede tradizionalmente il vescovo raggiungere la cappella del Bivio, un momento per lui. Così, nella celebrazione arricchita dalla presenza delle membra più deboli della comunità, ai quali mons Pompili ha amministrato il sacramento dell’Unzione dei malati, non mancava il festeggiato: quel cantaliciano “doc” – cognome Patacchiola non mente! – che, il 19 di marzo del 1968, nella Cattedrale di Rieti veniva ordinato prete dal vescovo Nicola Cavanna.

Ha voluto essere segnato anche lui con l’olio degli infermi, visto che il peso degli anni si fa sentire e qualche acciacco non manca: senectus ipsa est morbus, «la vecchiaia è per sé stessa una malattia», dice la celebre sententia dello scrittore latino Terenzio. E don Patacchiola la fatica fisica ora comincia a sentirla e ha voluto anche lui chiedere un po’ di forza divina. Ma quello che ancora ben lo sorregge è l’energia morale e spirituale. Quella che lo ha portato, in gran parte del suo mezzo secolo di ministero presbiterale, a dividersi fra il servizio di parroco, prima a Marcetelli poi nella sua Cantalice, e l’attività di cerimoniere vescovile e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. Ora che in pianta stabile risiede alla Casa Buon Pastore e ricopre l’ufficio di canonico del Duomo, la parrocchia cantaliciana continua, pendolare dalla città, a curarla, anche se don Nicola l’ha “alleggerito” delle pendici del paese. Non è venuto meno, però, in lui che a Cantalice ha recuperato vari spazi che hanno arricchito la storia religiosa della cittadina, il grande legame con questa cappella ai piani dedicata a san Giuseppe, con tanto sacrificio e tanta passione don Gottardo realizzò dal nulla all’interno di un container, creandovi un’aula liturgica più che dignitosa e un punto di ritrovo importante per gli abitanti della zona compresa tra Santa Margherita e la salita che va verso il paese. Legame manifestato con grande benevolenza dai parrocchiani, che al termine della messa hanno rivolto a don Gottardo un saluto affettuoso, scritto in un’apposita pergamena letta dalla rappresentante del Comitato di San Giuseppe e in una bella poesia proposta dai bambini.

Prima di loro, era toccato a don Nicolae aprire il momento di festeggiamento per don Gottardo che ha concluso la celebrazione liturgica, leggendo la pergamena augurale a firma del Papa per il felice giubileo sacerdotale. Poi è stato il sindaco del paese, Silvia Boccini, a esprimere il senso di profondo affetto che lega l’intera comunità cantaliciana allo storico parroco, seguita dal collega Daniele Raimondi, sindaco di Marcetelli, intervenuto assieme a una delegazione del paese che fu il primo luogo in cui don Patacchiola esercitò il ministero di parroco.

La serata si è naturalmente chiusa con la tradizionale sagra dei frittelli, che anche quest’anno ha visto convergere nella frazione una folla notevole.