79. “Caritas in Veritate”. Cristianesimo e buoni sentimenti

«Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali».

La citazione riportata sopra segna uno dei passaggi più importanti del pensiero che Papa Benedetto XVI propone nella sua terza Enciclica, “Caritas in Veritate”, promulgata nel quinto anno del suo pontificato.

Inizialmente la “Caritas in Veritate” era stata concepita in vista del quarantennio della “Populorum Progressio” (1967), ma il lavoro richiese più tempo e solo due anni dopo fu terminato e consegnato alla riflessione del popolo di Dio e del mondo intero. Nonostante la posticipazione rispetto all’anniversario, indubbi emergono la continuità e il mirabile approfondimento che l’attuale Papa presenta rispetto ai temi sviluppati da Paolo VI.

Dopo un’interessante introduzione nella quale Papa Benedetto XVI ripercorre alcuni nodi concettuali essenziali e, potremmo dire, propedeutici, relativi al rapporto tra carità e verità, il documento si articola in vari capitoli, tutti preceduti da un doveroso richiamo della “Populorum Progressio”.

Il primo capitolo, coniugando sintesi e articolazione espositiva, ripropone una lettura dell’Enciclica di Paolo VI. Il secondo, terzo e quarto capitolo entrano in modo vivo e originale nei problemi che intendono affrontare: lo sviluppo umano, la fraternità, la solidarietà sociale e importanti questioni di bioetica riferite, in modo particolare, al delicato rapporto tra le legittime necessità dello sviluppo sociale, tecnico, tecnologico, e il rispetto dell’ambiente.

Questi sono gli scottanti argomenti che costituiscono il nucleo portante e indubbiamente provocatorio del documento. Tutto è sempre ricondotto ad un’unica chiave interpretativa, una lente con la quale analizzare anche le più complesse dinamiche sociali che l’uomo sperimenta: l’amore e la verità sono due facce di una stessa medaglia chiamata salvezza per l’uomo e l’intera umanità. Infatti l’amore che Dio ha manifestato e continua a manifestare all’umanità, è un’unica realtà con la verità che egli ha trasmesso in Gesù e continua a trasmettere per mezzo dello Spirito nella Chiesa.

Discorso impegnativo che però, incredibilmente, rimane semplificato alla luce della fede proprio perché ricondotto all’unica esperienza davvero appagante, l’incontro con un uomo chiamato Gesù, il figlio di Dio, l’amore e la verità piena ed assoluta.

Il futuro della famiglia umana e lo sviluppo dei popoli, interrogano e provocano il potere tecnico e tecnologico che l’uomo acquista e incrementa ogni giorno. Questa quindi la partita che occorre giocare: saper coniugare la vita dell’umanità e le esigenze che la stessa umanità impone a se stessa in termini di stili di vita e richieste di sviluppo, con le altrettante importanti e delicate questioni sollevate dal senso del rispetto ambientale, delle altre forme di vita presenti nel pianeta, dei poveri del mondo che non devono e non possono stare a guardare i pochi ricchi che godono di enormi ricchezze materiali e culturali.

Questioni sociali sempre poste all’attenzione della Dottrina Sociale ma che oggi, come non mai, sono diventate di dirompente emergenza visti i macroscopici cambiamenti economici, sociali e culturali che rapidamente l’umanità sta attraversando in angolo del globo.

Governare la complessità nel segno del rispetto dei diritti dell’uomo all’interno di un quadro storico destramente volibile, impone una chiarezza in merito alle coordinate di fondo da seguire. La risposta è forte e chiara: amore e verità.