Azione Cattolica: vivere la fede, amare la vita

L’appuntamento assembleare del 6-8 maggio, sul tema sulll’impegno educativo dell’Ac, ha rappresentato per noi, soci, amici, simpatizzanti dell’Azione Cattolica, un momento chiave, bello, atteso, preparato con cura e qualche sforzo e fatica straordinari

Si tratta di un incontro irrinunciabile, per varie ragioni: anzitutto perché è stata un’occasione di verifica del cammino percorso nel triennio. Ci siamo guardati indietro e cercato di comprendere su quali strade ci siamo mossi, quali intenti ci hanno guidato, quali iniziative di valore abbiamo realizzato, quali chiaroscuri ci lasciamo alle spalle.

In questo triennio ci siamo orientati tenendo come punti di riferimento il Documento della scorsa assemblea del 2008, ma abbiamo anche fatto più ampio riferimento alla lunga e ricca storia dell’Azione cattolica, agli insegnamenti che da essa ci derivano; al contempo abbiamo cercato di procedere in sintonia con tutta la Chiesa italiana dentro gli avvenimenti che la storia ci ha posto dinanzi.

Alcuni impegni che ci eravamo assegnati per questo triennio hanno fatto da punti di riferimento: ricordiamo, tra gli altri, il tema della santità (da ricercare, coltivare, testimoniare…), l’impegno a far crescere la fede, la cura formativa, il legame associativo, la costante attenzione al bene comune, sul quale il Papa e i vescovi ci sollecitano costantemente.

C’è un passaggio nel Documento della XIII Assemblea nazionale che mi pare possa riassumere l’atteggiamento che si è cercato di incarnare in questi tre anni. Mi riferisco al punto (n. 4) in cui siamo richiamati alla necessità di compiere un «doppio passo in avanti», verso «il primato della fede» e nel senso della «responsabilità della testimonianza». «Un passo è segnato dall’incontro con il Signore, dalla piena comunione con Lui, che è il senso stesso della santità cristiana. L’altro passo ci spinge a stare da cristiani dentro la storia, con una testimonianza associativa coerente, attenta alla relativa autonomia delle realtà terrene. Saper distinguere, senza separare, questi due passi, in cui fede e ragione, Vangelo e vita devono armonizzarsi continuamente: è questo il compito che abbiamo davanti».

Più volte mi sono risuonate nella testa queste parole, anche negli ultimi mesi della fase di preparazione assembleare. Ebbene, se la verifica del percorso compiuto è la prima ragione che rende così “speciale” ogni nostra Assemblea, la seconda ragione è costituita dalla responsabilità associativa, che ancora una volta mettiamo in campo insieme, laici e sacerdoti assistenti, per progettare il futuro dell’Azione cattolica.

Siamo chiamati a guardare, con rinnovata passione e con intelligenza, ai nostri gruppi parrocchiali, alle associazioni diocesane, ai livelli intermedi (decanati, vicariati, delegazioni regionali), fino a quello nazionale, per definire il tracciato che vorremmo seguire in modo da far crescere la fede e la testimonianza cristiana nel mondo anche grazie all’Ac, con spirito di apertura verso tutte le donne e gli uomini che il Signore ci pone accanto.

Ma l’Assemblea triennale è anche una grande prova di democrazia. L’ associazione elegge i responsabili e, al contempo, si mette in discussione, riconosce a ciascuno il diritto, e direi il dovere, di contribuire al dibattito interno.

Chi sta in Ac lo fa con spirito di dedizione, di servizio umile e competente, di condivisione. In Assemblea i soci di Ac si ascoltano, si arricchiscono reciprocamente, accettano le regole, votano. In Assemblea si mettono in comune i racconti, le esperienze, le sensibilità; si valorizzano i talenti mediante un protagonismo interno all’Ac che corrisponde al senso di responsabilità che nutriamo verso la nostra associazione (da far crescere), verso la Chiesa, verso la società. Preparare e celebrare la XIV Assemblea dell’Azione cattolica significa questo e altro ancora.

Quell’“altro” che ogni associato porta dentro di sé, quelle speranze che nutriamo per l’Ac e, più complessivamente, per il tragitto che il Signore del Vangelo sta compiendo nella storia dell’umanità.