Viale Maraini e «città bomboniera»: tubi rotti e opportunità perse

Un tubo dell’irrigazione difettoso. Invece di dissetare le piante, l’acqua bagna e impedisce il passaggio sul marciapiede, per poi finire ingloriosamente in una caditoia. Sembrerebbe una nuova occasione per sottolineare la pubblica incapacità e dire che va tutto a sfascio, un piccolo episodio da aggiungere all’erba alta e alla sporcizia diffusa.

Si mescolano gli ingredienti, si aggiunge la foto che fa notizia, ed ecco servito il solito minestrone. Facile, è vero, ma anche superficiale e ingeneroso verso la realtà, solitamente più complessa del dettaglio magnificato dai potenti zoom dei reporter di strada. E di solito peggiore di come questi bravi professionisti ce la raccontano.

Guardando viale Maraini, infatti, non si assiste tanto allo spreco dell’acqua, quanto a quello delle opportunità, dello spazio, della ragione. L’assetto attuale sembra soprattutto un affronto al buon senso. Viene da domandarsi il perché di quei marciapiedi inutilmente larghi, e a cosa servano le preziose “essenze arboree”: non si riescono proprio a mantenere in ordine, coi loro tubi seminterrati e l’ostinata capacità di attrarre e conservare cicche e cartacce.

E siccome è così difficile indovinarne la funzione, viene il sospetto che il tutto sia stato disegnato senza una ragion pratica, giusto per soddisfare il gusto di chi ha determinato i lavori. Del resto pare quasi di trovarsi innanzi all’autocelebrazione di una malintesa idea di «città bomboniera». Un modo estetizzante di guardare all’assetto urbano che andava per la maggiore durante lo scorso ventennio amministrativo, ma che ancora oggi sembra avere appassionati epigoni.

È una visione che porta ad un ben triste esito. Almeno a giudicare dalle opere: di bello se ne vede poco, mentre trionfa la difficoltà nella manutenzione. E questo fa ancora più rabbia se, ad esempio, consideriamo che neppure dopo i recenti rifacimenti l’importante direttrice di viale Maraini ha una parvenza di ciclabilità. Tre corsie sono per le auto in movimento, una quarta per quelle in sosta. I marciapiedi ai margini se lo dividono i pochi pedoni e le “essenze arboree”, oltre agli innumerevoli pali e paletti di segnaletica e pubblicità ben piantati nel mezzo. Una porcheria, quest’ultima, che meriterebbe un discorso a parte quale caso emblematico di “spazio immondizia”.

Così è Rieti: vanta parecchi chilometri di pista ciclabile, ma ce ne fosse uno che serva a qualcosa. A fare qualche sgambata di sicuro, ma a spostarsi proprio no. Hai voglia a parlare di mobilità alternativa: sono tutti pronti a riempirsi la bocca di buone intenzioni, ma neppure quando si rifà di sana pianta una zona si trova chi fa seguire i fatti alle chiacchiere, realizzando qualcosa di concreto.

Vale per viale Maraini, ma è vero pure in tante altre strade. Guardiamo a quelle attorno all’ex manicomio: nel dedalo di tangenziali e rotatorie che portano alle scuole e agli uffici della Asl, a malapena si sono fatti i marciapiede: figuriamoci se a lor signori, dovendo fare una strada tutta nuova, è venuto in mente di pensare a quegli sfigati dei ciclisti!

Dunque, se vi capita di vedere una cartaccia in strada, un ciuffo d’erba troppo alto o un tubo d’irrigazione che perde consolatevi: siete di fronte al male minore. Si rimedia facilmente: se non lo fa l’Amministrazione, prima o poi arriverà la pietosa mano di qualche “volontario per forza”.

Ma per rimettere mano su questioni strutturali, in viale Maraini o nelle altre zone “riqualificate” più per gusto che per bisogno, occorrerà aspettare altri vent’anni. Ed è questo il vero guaio!

3 thoughts on “Viale Maraini e «città bomboniera»: tubi rotti e opportunità perse”

  1. benito

    mi piace il tuo commento sul viale maraini ma una cosa l’hai dimentica se ho letto bene “fai caso alle enormi panchine che si trovano in quel viale—— se poi ti fai un giretto (uno a caso) via loreto mattei ma in particolare vicino il campo di calcio gudini ti renderai conto da solo ciao e grazie benito

  2. Luigi Conti

    se ti interessa io ti posso dire con quali criteri è stata fatta (da noi) l’attuale sistemazione di Viale Maraini, ti posso far vedere le foto di come era prima, visto che la bruttura si dimentica in fretta, certo non ti posso dire le intenzione dei disegnatori (tra i quali non sono), né posso fare finta di dimenticare, come tu sembri fare, che i marciapiedi non sono “divisi” tra pedoni e bici (ma illegalmente invasi dalla prepotenza delle seconde a danno dei primi) ma se vuoi ti posso spiegare perché le alternative sempliciotte che adesso sento proporre (Que cce olea a fallu bbene?) non potevano funzionare e non funzioneranno.

    1. David Fabrizi

      Com’era il viale me lo ricordo bene ed era sicuramente peggio di adesso, almeno esteticamente. E sono sicuro che i lavori sono stati eseguiti al meglio rispetto a quanto richiesto dal progetto. Infatti io criticavo esattamente «le intenzioni dei disegnatori». Proprio non prevedendo uno spazio diviso tra ciclisti e pedoni costringono i primi a scegliere se «invadere illegalmente» lo spazio dei secondi o rinunciare del tutto al viale. Se mi dici che alternative “non sempliciotte” non ce n’erano e che viviamo nel migliore dei mondi possibili ci credo. Ma in tutta onesta a me sembra che in una strada di tre corsie, a senso unico, con parcheggio a margine e ampio marciapiede in entrambi i lati, lo spazio per una corsia ciclabile ci fosse e ci sia.

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