Via Paolo il Matto

Ve ne sarete senz’altro accorti: in questo periodo si fa un gran parlare di toponomastica. Nell’aria c’è un palpabile desiderio di dedicare strade, piazze e vicoli ai vari concittadini illustri. Il fenomeno è interessante. Sembrerebbe motivato da una sorta di malinconica nostalgia.

Il rimpianto per i bei tempi andati ci può stare, ma facciamo attenzione. La retorica delle radici non deve farci camminare con lo sguardo rivolto all’indietro. Di tanto in tanto bisognerebbe pure guardare avanti, anche solo per non andare a sbattere. O per non dover ammettere di avere il meglio alle spalle.

Ma forse il problema è proprio questo: oggigiorno i punti di riferimento mancano o non li sappiamo riconoscere. E per quietarci l’anima ci consoliamo con la crema del passato.

Da non molto è arrivata in Comune la proposta di intitolare una via a Paolo Rosi. Il campione di pugilato nacque a Porta d’Arci. Perché non dedicargli l’ultimo tratto del viale Morroni? Al numero 40 l’atleta crebbe e abitò prima di volare negli USA e portare il nome di Rieti oltreoceano.

Più recentemente è stata scoperta la targa di via Pietro Pileri. Collocata al bivio per Campomoro, la strada è stata dedicata ad una figura di primo piano dell’informazione locale, della quale il giornalista è stato apprezzato rappresentante e protagonista per oltre mezzo secolo.

All’inizio dell’anno, invece, sull’onda dell’emozione suscitata dalla sua morte, fu avanzata la proposta di dedicare una via a Gildo Balestrieri, attivista e presidente di Legambiente.

Sono tre proposte apparentemente lontane, ma hanno un tratto comune: la volontà di fissare un esempio positivo, di fare dei nomi incisi nella pietra un modello vincente da copiare. La stretegia non è malvagia. Ieri si intestavano le strade ai re e ai generali, oggi ai pugili e ai giornalisti. Che volete farci: ogni epoca ha i suoi eroi. Ma almeno il rapporto tra Rieti e questi nomi è abbastanza evidente. Si tratta di persone che hanno “vissuto bene”, che nel tessuto cittadino hanno avuto un ruolo, una funzione, un merito.

Però bisogna stare attenti a non esagerare. Di bravi cittadini che hanno contribuito positivamente alla nostra storia ce ne sono tanti. Perché ad alcuni sì e ad altri no? Bisogna fare scelte ponderate e ben motivate. Tentare proposte che corrispondano all’anima profonda della città.

E forse quest’ultima non sta sempre con i fortunati, con quelli che ce l’hanno fatta. Lo sappiamo, può sembrare una sciocchezza, ma per una volta non si potrebbe dedicare una via ad uno degli ultimi? Cosa succederebbe se provassimo a prendere in considerazione uno sfortunato dalla nascita, un diverso, una vittima del suo tempo, una persona che raccoglieva su di se ogni tipo di pregiudizio e che però, nonostante tutto, era un figlio amato della città?

Anche noi vogliamo fare una proposta al Comune. Pensiamo ad un uomo talmente benvoluto da poter stare alla testa della processione di Sant’Antonio con il crocifissio in mano. Vorremmo fosse intitolata una strada a Paolo Onito, a Paolo il matto. A trent’anni dalla sua tragica morte si potrebbe fare.

Se l’Amministrazione ci contentasse dimostrerebbe di saper guardare con rispetto alla diversità, alla “malattia-emarginazione”, alle miserie della vita. Sarebbe un modo per dire che la città è pronta a riconoscersi negli umili, a prendersi cura dei disperati a ripartire dagli sconfitti.

Ricordiamoli almeno nei nomi delle strade. Dedicarne una a Paolo Onito sarebbe un gesto di pace, una riconciliazione con la parte più derelitta della nostra città. Ci aiuterebbe a misurare la nostra sazietà e la meschinità delle nostre ambizioni.

Non è certo un dovere, ma è un’opportunità. Ci permetterebbe di far riemergere quella pietà cittadina, quello spirito vitale che sta appena sotto la polvere, senza dover necessariamente rimpiangere un passato irrimediabilmente perduto.

7 thoughts on “Via Paolo il Matto”

  1. Fabrizio Tomassoni

    Via PAOLO ONITO sarebbe davvero una sfida alla emarginazione, ma mi chiedo: perché NO a un triangolo della memoria solidale, del tipo VIA PAOLO ONITO – VIA ARMANDO MORONTI (“LOTTINO”) – VIA GRECO TARQUINI (artista di strada)?
    Tre personaggi che hanno impersonato nell’immaginario collettivo della Rieti che fu, il toponimo dell’arte di arrangiarsi in un contesto di dignità mai sopita.

  2. marco martini

    sarebbe molto importante intitolare le vie a queste persone di rieti che io ho avuto la fortuna di conoscere, anche malko min con il suo ecc, e giancarlo giancarli detto charlie brons e altri che adesso nn mi sovengono. la più famosa elena de angelis alis pischinetta

  3. petrongari maria laura

    Non ho ben capito se la targa è stata già messa. Comunque penso che non si tratti solo della idea di ricordare qualcosa o qualcuno che sa di folcroristico. Io ricordo vagamente della persona che sarebbe un male se fosse indicata riduttivamente come un personaggio nella memoria collettiva. Se approfondissimo un poco il concetto e comprendessimo la verità su tante tragedie patite in vita da persone sfortunate perchè magari orfane o lievemente malate che venivano emarginate o internate dalla società arcaica solo perchè rappresentavano uno scomodo, una diversità.Le infelicità e le sofferenze interiori ed esteriori di tante persone passano ancora oggi dentro l’indifferenza anzi la repulsione degli altri, di quella società che vuole tutti belli, giovani, ricchi e …potenti.Ma la vita ti chiede il conto prima o poi: ed il conto si paga in termini di inciviltà anche a distanza di generazioni quando un contesto sociale non è umanizzato e non è umanizzante. In conclusione ritengo che occorre ogni tanto riflettere che noi non siamo sempre il modello perfetto. Come cristiana credo che proprio l’imperfezione è il luogo in cui è chiamata ad operare la grazia di Dio e noi non dobbiamo avere paura ma dobbiamo interrogarci sempre e amare la prossimità.
    Maria Laura Petrongari

  4. franco mostarda

    Sono pienamente d’accordo. Paolo Onito ha segntao un’epoca della nostra cittò. Sarebbe bello dedicare un quartiere intero ai personaggi della città.

  5. giandomenico

    Paolo Onito era un depravato pedofilo, difatti quello che lo uccise era un minorenne di cui lui abusava da anni, rovinò talmente quel poveretto che successivamente cadde nel tunnel della droga e morì anche Lui di overdose alcuni anni dopo, allora sarebbe meglio intitolarla a questo giovane una via che è stato vittima oltretutto anche dell’indifferenza della società !
    Spero che colui che ha avuto questa bellissima idea non sia un amministratore pubblico, altrimenti figuratevi in che mani ci troviamo !!
    P.S. Gia che ci siamo potremmo intitolare un Viale a Pacciani, che ne dite ? in fondo è stato un Italiano famosissimo nel mondo !!

Comments are closed.