“Vi occuperete della pastorale familiare”: delegazione diocesana all’incontro di Assisi

“Vi occuperete della pastorale familiare”: è quello che, da pochi giorni, è stato proposto a tre coppie di Rieti, di differenti età, insieme a don Luca Scolari, suor Paola e suor Damiana, per costituire la commissione diocesana per la Pastorale della famiglia.

“Vi occuperete della pastorale familiare” è soprattutto il titolo dell’incontro dei responsabili diocesani che si è svolto ad Assisi, dall’11 al 13 novembre, presso la Domus Pacis.

Ci è sembrata una vera opportunità potervi partecipare e sentirci in un ambiente dove il confronto, a partire da cosa cambia con Amoris Laetitia, è stato una ricchezza. I responsabili diocesani italiani per la pastorale familiare, sia coppie che sacerdoti, hanno riportato le esperienze di tutto il territorio e si è parlato di gioie e fragilità. Sono stati affrontati temi come l’accompagnamento per le persone divorziate con una nuova unione, la necessità di creare un ponte giuridico pastorale per chi intraprende il percorso per la nullità matrimoniale e quale vicinanza per le famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale.

Come coppie ci è piaciuto sentire la testimonianza dell’Ufficio Diocesano di pastorale familiare di Reggio Calabria, dove un sacerdote e una coppia insieme hanno raccontato, con l’efficacia della semplicità, come si sono rimboccati le maniche e cominciato a lavorare come se l’ufficio di pastorale fosse una famiglia. Esserci, come presenza, ma senza togliere spazio agli altri. È emersa l’importanza di dare una lettura di insieme con il sacerdote, in un percorso a 360° che contatti le famiglie ferite per riscoprire, per tutti, il senso di un cammino.

Nella tavola rotonda, condotta dalla dott.ssa L. Viscardi, teologa, sono emerse le diverse specificità delle scienze sociali, morali e teologali per “accompagnare, discernere, integrare l’amore fragile nella post-modernità”: mentre don G. Lorizio ha riflettuto che “siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle” (AL37), don B. Petrà ha sottolineato la legge della gradualità secondo cui “l’essere umano conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita”. L’assenza della prof.ssa Siviglia è stata colmata da un suo video in cui affermava che “la strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno” (AL 296); mentre il prof. Cantelmi ci ha fatto riflettere che “Gesù vuole una chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alle fragilità” (AL308).

La sera del sabato si è conclusa con uno spettacolo teatrale in cui recitavano i detenuti dell’Istituto di custodia attenuata per il trattamento della tossicondipendenza, della casa di reclusione di Eboli. Sono stati veramente bravi ed è stata una vera festa in famiglia. Un momento diverso e concreto per dare speranza a tutti in questo continuo divenire.

(di Marina e Daniele)