Montagna

“Vette dell’Appennino Centrale”: presentato a Rieti l’interessante libro di Stefano Ardito

Giovedì 10 ottobre, presso la libreria Mondadori di Rieti, si è tenuta la presentazione della guida “Vette dell’Appennino Centrale” curata dall’autore Stefano Ardito, alle quale hanno partecipato la docente Ines Millesimi e l’architetto e alpinista Pino Calandrella

Giovedì 10 ottobre, presso la libreria Mondadori di Rieti, si è tenuta la presentazione della guida “Vette dell’Appennino Centrale” curata dall’autore Stefano Ardito, alle quale hanno partecipato la docente Ines Millesimi e l’architetto e alpinista Pino Calandrella.

Alla domanda «come si fa a racchiudere in un libro tutti i percorsi dell’Appennino Centrale?», l’autore ha risposto affermando che «in questa guida c’è una certa esperienza, sono più di  trent’anni che faccio guide e la prima risale al 1982. C’è sicuramente metodo e c’è anche una consapevolezza diretta: a volte, vado in montagna apposta per verificare le condizioni di qualche itinerario ma continuo ad andarci spesso anche per piacere».

Di fatto questa guida, come ha sottolineato Ines Millesimi, risulta essere «molto utile perché ha 80 itinerari, con 182 vette contemplate ed è adatta soprattutto per le famiglie perché di facile e immediata comprensione. L’approccio è infatti molto semplice: il percorso è descritto con foto ed indica il punto di partenza, la quota minima, la quota massima, il dislivello, il tempo medio di salita e di discesa, le difficoltà, la segnaletica e i punti di appoggio. Proprio tra essi c’è  una novità perché viene vengono designati i luoghi in cui si può trovare l’acqua, permettendo al viandante di organizzarsi al meglio».

Pino Calandrella si è invece soffermato sulla differenza che c’è differenza tra le Alpi e gli Appennini. In merito a questo tema l’autore ha sostenuto che «le Alpi sono molto impegnative mentre sull’Appennino molte vette possono essere raggiunte da quasi tutti durante una porzioni più lunga dell’anno. Inoltre, nonostante l’ottima organizzazione dei percorsi, la fauna presente sulle Alpi non tende ad avvicinarsi all’uomo mentre nel parco D’ Abruzzo è facile incontrare un lupo che attraversa la strada o un gruppo di camosci a pochi metri di distanza».

Proprio in merito a questa tematica, Stefano Ardito ha sottolineato come troppo spesso, nelle zone dell’Appennino Centrale «gli enti pubblici non considerino l’escursionismo della montagna come qualcosa su cui costruire un modello economico. Nella stessa area dell’amatriciano in cui uno degli elementi per la rinascita è il rapporto con la natura, le due strade che da Amatrice portano all’inizio dei sentieri, seppur sopravvissute al terremoto, si stanno deteriorando e il loro inutilizzo può incidere negativamente sul turismo».

Per questo l’autore ha invitato le amministrazioni pubbliche ad una maggiore consapevolezza del territorio, magari prendendo come esempio il modello alpino in cui «ci si è resi conto che la maggior parte degli 8 milioni di turisti che raggiunge quei luoghi non lo fa per sciare ma per partecipare ad altre attività che privilegiano l’escursionismo» come ha dichiarato il direttore generale del Trentino Marketing.

«Partendo quindi da un tipo di turismo che punta sulle tendenze di lungo periodo – ha proseguito Ardito – si dovrebbe continuare con la valorizzare delle strutture già presenti. Un esempio positivo di sfruttamento consapevole del territorio, è quello offerto dai cammini. Lungo di essi infatti iniziano a trovarsi strutture recettive a prezzi ragionevoli, che permettono al pellegrino di ristorarsi dopo un lungo percorso. Sarebbe bello che questo esempio arrivasse anche nella montagna».

«Andare in giro per le vette significa collezionare emozioni e bellezza» ha affermato l’autore e di questo ha reso partecipe il pubblico attraverso una magnifica proiezione di foto scattate durante le sue escursioni che, oltre a catturare scorci naturalistici, hanno mostrato anche tante storia.

Si è discusso poi di come valorizzare il territorio riducendo sempre di più l’impatto ambientale e di come poter arginare il fenomeno dello spopolamento che affligge Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, accelerato dall’evento del sisma.

In conclusione, dopo aver ricordato che, prima di avventurarsi in percorsi ostici, anche nell’Appennino ci si può rivolgere all’aiuto di guide esperte, Stefano Artdito ha congedato gli spettatori rivolgendo loro un invito: «andate a camminare e vigilate sul territorio. Il territorio può rinasce solo se si fanno belle cose».