Il vescovo Domenico: l’incontro dei bambini con il Papa è «una carezza al futuro delle zone terremotate»

Mons Pompili commenta l’iniziativa che oggi porterà in treno 400 bambini dalle zone terremotate in Vaticano per incontrare Papa Francesco.

“Una carezza alla generazione più importante, quella dei bambini, destinati a rappresentare il futuro delle terre colpite dal sisma”. Così il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, commenta al Sir il “Treno dei bambini”, l’iniziativa promossa dal “Cortile dei Gentili” (Pontificio Consiglio della Cultura) in collaborazione con Ferrovie dello Stato Italiane, che oggi porterà 400 bambini provenienti da Norcia, Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto in Vaticano a bordo di un Frecciarossa 1000 Trenitalia per incontrare Papa Francesco.

“Il terremoto – sottolinea il vescovo – è una questione aperta. È importante che non venga mai meno la solidarietà come quella delle prime ore, che aiuta a far crescere la vicinanza al processo di ricostruzione che non è esente da ritardi e incertezze e che ha bisogno di avere gli occhi puntati dell’opinione pubblica e della Chiesa per incoraggiare tutti a superare le difficoltà”.

L’incontro con il Papa, aggiunge mons. Pompili, “è molto atteso dai bambini che già hanno avuto modo di conoscere il Pontefice durante la sua visita lo scorso 4 ottobre ad Amatrice. Le parole e i gesti del Papa sono rimasti impressi nella memoria di tutti. I bambini sono quelli che più di altri ci stimolano a riprendere la vita quotidiana e in questa fase possono rappresentare per tutti noi uno stimolo ad un impegno sempre maggiore. Così facendo ci indicano la direzione sulla quale bisogna muoversi. Il terremoto non deve essere una ferita inguaribile. La cicatrice resta ma spinge verso il futuro”.