Verso l’Incontro pastorale: Camminare, quante immagini ci suggerisce il primo verbo!

Tre verbi, dunque tre azioni sostanziano l’Incontro pastorale di settembre: si tratta di azioni concrete, sostenute da un intendimento chiaro, orientate verso una meta.

Nei secoli passati, la funzione divulgativa affidata oggi ai mezzi di comunicazione di massa sarebbe stata assolta attraverso la parola e l’immagine.

E proprio l’immagine rischia di essere considerata riduttivamente nella sua dimensione di bene culturale materiale inventariato, schedato, salvaguardato, ammirato ma non necessariamente compreso nel suo valore assoluto di strumento per la catechesi.

Proviamo, durante le nove settimane che ci separano dall’incontro di settembre, a restituire forma e funzione ai formidabili strumenti di comunicazione che le generazioni passate ci hanno consegnato.

Primo verbo: Camminare

Il senso dell’esperienza, il significato spirituale dell’itinerario di perfezione, la sequela Christi… quante immagini ci suggerisce il primo verbo!

Lo troviamo declinato in tre diverse interpretazioni del tema biblico di Tobiolo e dell’arcangelo Raffaele, parte integrante del patrimonio artistico della nostra Chiesa: la piccola tela secentesca esposta presso la Pinacoteca Diocesana (1), la tela attribuita allo Spadarino (3) nella chiesa dei Santi Ruffo e Carpoforo, la tela di Andrea Sacchi (2) in cattedrale, già nella cappella intitolata agli Angeli Custodi, dedicata a metà Ottocento a San Giuseppe, recentemente ricollocata presso la cappella di San Vincenzo Ferrer.

Mentre quest’ultimo interpreta la tutela garantita dall’arcangelo a Tobiolo come una titanica lotta contro il Maligno e Giovanni Antonio Galli, detto lo Spadarino, fa sì che l’arcangelo trattenga il fanciullo che incauto si sporge sul ciglio del precipizio, l’anonimo autore della tela devozionale custodita in pinacoteca ci suggerisce un’atmosfera più pacata, semplice e quotidiana, in un ambiente naturale felicemente descritto – le colline che disegnano il profilo del panorama, le sponde di un lago dalle acque limpide e pescose, alcuni alberi frondosi che offrono al cammino ombra e ristoro – mentre tra i due protagonisti s’intreccia un dialogo che immaginiamo denso, ricco di insegnamenti morali. Lo desumiamo dal gesto dell’arcangelo, che tende l’indice verso il cielo ed osserva sorridente il giovane interlocutore, il quale a sua volta concentra lo sguardo compunto rivolgendosi a Raffaele con un atteggiamento fiducioso.

Entrambi, il giovane e l’arcangelo, hanno un vincastro nella mano destra, perché il cammino che li attende è lungo e non sarà privo di insidie: ma la protezione divina non mancherà, a chiunque non si stanchi di camminare con fede sincera.