Economia

Verità sgradevoli

Il consorzio umano è diviso in molte famiglie e da sempre dominato dal motto “mors tua vita mea”.

Il presidente Donald Trump è un signore spesso sgradevole che – spesso – dice verità sgradevoli. Sgradevoli, ma verità. Come quando ha affermato di recente (con i toni sbagliati nel posto sbagliato) che la Germania si è messa nelle mani della Russia, dalla quale dipende per il fabbisogno di metano. La replica tedesca (“solo” il 40% arriva da Mosca) conferma che: Putin ha la mano sul rubinetto che alimenta le fabbriche e le case tedesche; il più grande metanodotto europeo è quello che dalla Russia arriva alle coste germaniche via Baltico; il presidente di tale consorzio è l’ex cancelliere socialdemocratico tedesco Gerhard Schroeder.
Trump insomma si lamentava del fatto che i tedeschi spendano molto poco per difendersi dai russi, perché non hanno alcuna intenzione di difendersi da loro. E comunque delegano l’onore e l’onere agli americani: in verità è questo che gli fa saltare la mosca al naso.
Le incoerenze al mondo sono infinite. Noi italiani abbiamo blandito in ogni modo il defunto Gheddafi: i pozzi petroliferi dell’Eni chiedevano molta comprensione nei confronti del defunto dittatore libico. I francesi fanno i difensori della libertà mondiale, poi atterrano per primi all’aeroporto di Teheran il giorno dopo la fine delle sanzioni economiche all’Iran, nota democrazia mediorientale. I britannici, sul business, hanno lo stesso pragmatismo – chiamiamolo così – dei cugini d’oltreoceano.
Ecco, appunto. Farsi fare la morale dagli americani su un simile argomento è come mettere un saudita alla presidenza della commissione Onu sulle pari opportunità. Fa ridere. Gli Usa hanno fatto guerre, colpi di Stato, fomentato rivoluzioni per i loro affari, le loro multinazionali. E in giro non si vedono campioni di bon ton, sull’argomento; dai cinesi in giù.
Purtroppo il consorzio umano è diviso in molte famiglie e da sempre dominato dal motto “mors tua vita mea”. Un pensiero che ci è venuto in mente quando il ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha promesso tuoni e fulmini contro le aziende che delocalizzano all’estero.
Ma se una multinazionale apre la propria sede qui, allora trattasi di benvenuti investimenti stranieri. E se una italiana chiude la sede oltralpe per riportarla nello Stivale, è un applauso collettivo poiché il “ritorno a casa” riporta qui posti di lavoro e redditi. Dimenticando quelli cancellati all’estero appunto dalla chiusura aziendale, con i Di Maio locali imbestialiti.
Ma, appunto, “mors tua vita mea”.