Venti anni con i giovani

Nel 1993 nasceva il Servizio Cei per la pastorale giovanile: storia di una cittadinanza acquisita. I ragazzi sono molto cambiati e la loro realtà va riletta. “Allora andavano in parrocchia, oggi invece tengono in piedi più appartenenze senza sposarne una fino in fondo. Vanno e vengono – spiega don Falabretti – per questo dobbiamo tenere la porta della Chiesa sempre aperta”.

“La Chiesa italiana ha fatto della pastorale giovanile un’opzione prioritaria ed un tema centrale della sua missione. È una Chiesa che non ha paura dei giovani ma con amore materno li cerca fino agli estremi confini”. Sono parole con cui il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, salutò il 24 gennaio del 2008, l’apertura del X convegno nazionale di pastorale giovanile a Salsomaggiore. Parole che ancora oggi suonano come un riconoscimento importante alla decisione della Cei di istituire nel 1993 il Servizio nazionale per la Pastorale giovanile (Snpg) che oggi, 24 marzo, Domenica delle Palme, tradizionalmente Giornata mondiale della Gioventù, celebra i suoi primi venti anni di attività.

Una secolare storia di passione.

È giusto ricordare che la pastorale della Chiesa vanta una secolare storia di passione verso le nuove generazioni. Lo testimoniano santi come don Bosco, Luigi Gonzaga, San Gabriele dell’Addolorata, al secolo Francesco Possenti, e molti altri ancora fino a san Giovanni Crisostomo che scrisse pure un trattato sull’educazione della gioventù. E’ anche grazie a loro che oggi, rispetto al passato, esiste nella comunità cristiana una maggiore consapevolezza circa l´importanza della pastorale giovanile. Venti anni dopo l’istituzione del Snpg si può, infatti, tranquillamente affermare, usando parole dell’allora segretario generale della Cei, mons. Dionigi Tettamanzi, che questa “ha ottenuto il suo diritto di cittadinanza dentro la pastorale della Chiesa”. Diritto di cittadinanza sancito dai vari Orientamenti pastorali, da quelli per gli anni ‘90 (nn. 44-45-46), “Evangelizzazione e testimonianza della carità”, fino agli attuali, “Educare alla vita buona del Vangelo”, decennio 2010-2020, che hanno a tema l’educazione. A dare ulteriore autorevolezza a questo diritto di cittadinanza è, poi, la persona, prima ancora che la missione, di Giovanni Paolo II. La Giornata mondiale della Gioventù, con la portata del messaggio e con l´esperienza spirituale che esige, fu una sua geniale intuizione, che ha sempre registrato da parte della Cei un sostegno convinto e da parte dei giovani italiani una massiccia partecipazione.

Venti candeline.

Ma come nasce il Snpg? Chi furono i suoi primi responsabili? Su quali direttive si sviluppò? Domande che trovano risposta nei ricordi, innanzitutto, di monsignor Domenico Sigalini, oggi vescovo di Palestrina, ma allora giovane sacerdote della diocesi di Brescia, “cooptato”, sin dal 1991, dalla Cei per avviare la nascita del Servizio. “Nella fase iniziale – racconta il vescovo, primo direttore del Snpg dal 1993 al 2001 – ho cominciato a tessere una serie di rapporti, conferenze e incontri con diocesi e movimenti fino a organizzare la partecipazione alla Gmg di Denver (Usa), nell’agosto 1993, cui seguirono quelle di Manila, Parigi, Toronto e di Roma nel 2000. Sentire, mettere in comunicazione e poi formare – continua il vescovo – sono state le parole chiave di quegli anni. Bisognava anche ragionare sulle Gmg per far sì che i traguardi raggiunti sia nella preparazione che nella partecipazione non si disperdessero nel dopo; le Giornate dovevano entrare nella pastorale ordinaria”. Questo lavoro intenso portato avanti (dal 2001 al 2007) dal successore di mons. Sigalini, il sacerdote umbro mons. Paolo Giulietti, trovò “un vero momento di maturità nell’Agorà dei giovani a Montorso, con Benedetto XVI, il più grande raduno giovanile dopo quello dei baschi verdi con Pio XII”. Quelli di mons. Giulietti sono stati anche gli anni “dei primi progetti di pastorale giovanile nei quali eventi come le Gmg – tre quelle vissute, Toronto, Colonia e la preparazione di Sydney – diventavano parte integrante di attività pastorali e non iniziative sganciate da tutto”. Ma sono anche gli anni della pastorale integrata, stimolo del convegno ecclesiale di Verona del 2006. Naturale, allora che si cominciasse a parlare di sinergia e di comunione anche per la pastorale giovanile. Il ricordo di don Nicolò Anselmi, della diocesi di Genova, alla guida del Snpg nel quinquennio 2007-2012: “Abbiamo cercato di mettere in comunione, facendole lavorare insieme, le diocesi, le associazioni, gli istituti religiosi, i movimenti laicali come anche collaborare con gli altri uffici pastorali della Cei, secondo lo schema della pastorale integrata”. Numerosi i progetti realizzati in sinergia con la pastorale del lavoro, con l’Ufficio Famiglia, Scuola, la Caritas, le Settimane Sociali, 188 le diocesi visitate “proprio per creare i presupposti della collaborazione”, due le Gmg, Sydney e Madrid. Responsabile, da poco più di sei mesi, della pastorale giovanile oggi è il bergamasco don Michele Falabretti. È lui a dettare alcune prospettive di lavoro: “I giovani del 2013 non sono quelli del 1993. La realtà giovanile va, dunque, riletta. Venti anni fa i giovani andavano in parrocchia, oggi invece tengono in piedi più appartenenze senza sposarne una fino in fondo. Essi vanno e vengono, per questo dobbiamo tenere la porta della Chiesa sempre aperta e al tempo stesso essere capaci di incontrarli sulla strada e nei luoghi da loro frequentati”. Il futuro prossimo della pastorale giovanile si chiama Rio de Janeiro, dove a luglio, si svolgerà la Gmg. Quattromila le iscrizioni italiane finora raccolte, ma la speranza è quella di averne ancora di più. Intanto la spiritualità unita alla creatività, alla fantasia, alla volontà e alle capacità dei giovani, cresciute in questi venti anni grazie al Snpg, trovano spazio nella miriade di eventi che le diocesi hanno predisposto per questa Domenica delle Palme. Il modo migliore per festeggiare le venti candeline di una storia di amore, che si nutre di passione e di coraggio, tra la Chiesa e i giovani.