Anniversari

Ventennale del cimitero di Rieti, il vescovo: «È un orientamento per il tempo che viviamo»

È stato un pomeriggio piovoso, ma partecipato, quello in cui le istituzioni civili e religiose hanno vissuto insieme il ventennale del cimitero multiconfessionale di Rieti

Solo il rumore della pioggia si è sovrapposto alla formula dei tre minuti di silenzio annunciati dal vescovo Domenico come terreno comune del momento di preghiera che ha visto insieme cristiani, ebrei e musulmani in occasione del ventennale del cimitero multiconfessionale di Rieti. È stato un momento intenso, vissuto da ciscuno intimamente: quasi un modo per lasciare l’ultima parola a Dio, dopo che ad esprimersi per la fratellanza, la solidarietà, il rispetto sono stati gli uomini delle istituzioni civili e religiose.

Li ha ascoltati una piccola folla, radunata sul sagrato della chiesa del Cimitero nel pomeriggio di Ognissanti, restata al suo posto durante l’intera cerimonia con un’indifferenza al maltempo che bastava a testimoniare quanto fosse sentito il momento. Da un lato si è ricordato un punto di convivenza e civiltà fissato in un passato ancora recente, niente affatto scontato in un contesto internazionale che era segnato da forti tensioni, forse mai del tutto superate; dall’altro ci si è dimostrati pronti a guardare avanti, ad allargare il campo della reciproca comprensione.

«La scelta compiuta 20 anni or sono di creare uno spazio di sepoltura multiconfessionale e interreligioso merita una particolare attenzione», ha spiegato mons Pompili. «Non solo perché vent’anni fa si era all’indomani dell’attentato delle Torri gemelle che avrebbe innescato una strategia della tensione e dello scontro di civiltà che arriva ancora ai nostri giorni. Ma perché ideare uno spazio fisico dal valore così umanizzante a partire dalle tre grandi religioni monoteiste significa disinnescare quell’equazione tra Dio e la violenza che è la bestemmia più grande che sale verso il cielo. A vent’anni di distanza quell’intuizione che si deve al sindaco Cicchetti, allora condivisa dal vescovo Lucarelli, è un orientamento per interpretare il tempo che viviamo con la stessa profondità e la medesima consapevolezza e cioè che le religioni sono al servizio della pace».

Una prospettiva condivisa tra gli altri dal prefetto di Rieti Gennaro Capo, dalla presidente della Comunità ebraica riformata, Daniela Gean da padre Horban Constantin della Chiesa Ortodossa Rumena in Rieti, dal segretario del Centro Islamico, Redouane Abdellah, dal console generale del Regno del Marocco, Abdelhak Jnyiene e dal consigliere per gli Affari Consolari e della Comunità dell’Ambasciata, Mohamed El Kassimi. Insieme a loro, ovviamente, il sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, che ha annunciato un nuovo intervento di edilizia cimiteriale, alla quale coseguirà la creazione di altri cento loculi.

Foto di Massimo Renzi