Vent’anni di Maremmare: con la “locomotiva” nel DNA

Vent’anni fa i DNA – storico gruppo musicale nato a metà degli anni ‘70 ad Antrodoco dall’incontro di Domenico Brandelli, Gioacchino Fabbi e Virgilio Nunzio Paolucci – pubblicavano “Maremmare”, un disco che ben rappresenta l’intreccio, in una logica lontana dal mercato, di interventi artistici e terapeutici veicolati dalla ricerca musicale.

Oggi il progetto DNA è stato di fatto integrato nella realtà della Loco Motiva. Di conseguenza abbiamo approfittato dell’incontro in vista dell’inaugurazione del Centro Sant’Eusanio per “celebrare” anche i vent’anni dell’album “Maremmare”. Una ricorrenza che il gruppo ha festeggiato il 25 aprile ad Antrodoco con un concerto, e con un bel po’ di ragione.

Nonostante l’età, infatti, il disco non ha perso nulla della sua fresca inventiva, né della sua capacità di testimoniare amicizia, solidarietà e profonda partecipazione alla solitudine di una umanità sempre più sofferente. La società di oggi sembra forse più di quella degli anno ‘90 un «puzzle di disperati» la cui «testa cade senza far rumore».

 

Anche Virgilio Paolucci è d’accordo sull’attualità di quel lavoro: «forse non dovremmo essere noi a dirlo – ci ha confessato – ma risentendo il disco di recente insieme al gruppo ci siamo trovati d’accordo nel constatare che non solo l’album suona attuale anche oggi, ma probabilmente sarà al passo dei tempi ancora tra 10 anni. Tant’è che stavamo ipotizzando una ristampa “per gli amici”, da distribuire durante i concerti».

Il disco avrebbe meritato maggiore successo?

Beh, nasceva ovviamente come disco di nicchia, ma forse poteva avere un suo mercato. Il suo destino “sotterraneo” è dipeso anche dalle nostre scelte: negli Stati Uniti, al momento del contratto, il produttore ci propose due strade per la distribuzione: quella classica tramite i negozi, oppure tramite Internet. In pochi sanno che Maremmare è stato in assoluto il primo disco italiano ad essere venduto on-line. Ma eravamo negli anni ‘90 e la rete era ancora agli albori, specialmente in Italia. Probabilmente quella scelta “innovativa” finì con il penalizzarci.

Ma il disco è ancora in commercio?

Assolutamente sì. Se si cerca on-line “rDNA Maremmare” lo si trova facilmente: acquistabile tanto in formato fisico dalla sua etichetta originale (l’americana Dynamic, ndr), quanto in digital download su diversi store, compreso iTunes.

Il 25 aprile i DNA hanno eseguito i brani di Maremmare in un concerto ad Antrodoco…

Sì, è stato molto emozionante ed è venuta moltissima gente. Il concerto sarà replicato il 25 maggio a Nordhorn – cittadina tedesca gemellata con Rieti – per il Festival Internazionale delle Culture. Ovviamente il 16 maggio i DNA suoneranno nella corte del Centro Sant’Eusanio della Loco Motiva in occasione dell’inaugurazione.

Maremmare contiene tanti dei discorsi che poi hanno preso corpo grazie al lavoro della Loco Motiva.

Sì, non a caso la Loco Motiva ha ormai sostanzialmente inglobato i DNA. Il 25 aprile ad Antrodoco ho ricordato una cosa che quando uscì Maremmare non fu del tutto esplicitata. All’epoca sia io che Domenico (Brandelli, ndr) lavoravamo nel sociale. Domenico ha lavorato per più di 20 anni in un centro pubblico per tossicodipendenze e i testi del disco, ad eccezione di “Le mani degli uomini”, sono elaborazioni di materiali tratti dalle scritte sui muri e da appunti, da poesie e da altri materiali provenienti da alcolisti, tossicodipendenti, ragazze madri ed emarginati di ogni tipo.

Un’attenzione per la diversità che traspare anche dalle musiche dell’album, che unisce felicemente le più svariate suggestioni sonore…

Dentro Maremmare c’è un po’ di tutto: ritmi sudamericani, bolero, chitarre elettriche, spunti jazzistici… ma il tutto è reso coerente da un filo conduttore. In questo senso “Le mani degli uomini” funziona un po’ da sintesi. È la canzone manifesto del disco.