Valle del Primo Presepe: riscoprire Francesco e Tommaso da Celano attraverso il «Presepe tedesco»

Sono aperte fino al 6 gennaio le esposizioni dell'iniziativa della Valle del Primo Presepe: il progetto promosso dalla Chiesa di Rieti con i Comuni di Greccio e Rieti, il sostegno della Fondazione Varrone, la partnership di Autostrade per l'Italia e Regione lazio e la partecipazione di Confcommercio, Associazione Italiana Amici del Presepio e Fondaco per riscoprire l'identità e l'originalità del territorio reatino a partire dalla prospettiva francescana della mangiatoia e del Bambino.

Sono aperte fino al 6 gennaio le esposizioni dell’iniziativa della Valle del Primo Presepe: il progetto promosso dalla Chiesa di Rieti con una serie di partner istituzionali per riscoprire l’identità e l’originalità del territorio reatino a partire dalla prospettiva francescana della mangiatoia e del Bambino.

Tra i diversi allestimenti, è notevole per dimensioni e qualità, ma anche per il luogo che lo ospita, il presepe tedesco: un «pellegrinaggio in Germania sulle orme di Tommaso da Celano, un percorso alla scoperta di una nazione che come poche altre ha celebrato e celebra il Mistero della Natività nel presepio».

Il plastico di dieci metri per sei, composto all’interno dell’Oratorio di San Pietro Martire, e accessibile dall’ingresso alla caserma Verdirosi di piazza Beata Colomba, è stato pensato per rendere più visibile l’universalità del presepio e dei valori che ad esso si associano. L’organizzazione della Valle del Primo Presepe, ha infatti pensato che in ogni edizione debba esserci una sezione monografica, dedicata ad una nazione o ad un’area geografica dove il presepio, anche in seguito alla predicazione francescana, abbia goduto di una particolare diffusione. Per questa prima edizione, l’ospite d’onore è, appunto, la Germania, grazie all’opera curata dall’Associazione Italiana Amici del Presepio.

Perché la Germania

Le ragioni sono molteplici. «La prima e più semplice è data dal gemellaggio di Rieti con la città tedesca di Nordhorn» si legge nel materiale informativo legato alla mostra: «ci sembrava giusto celebrare questa unione anche attraverso il presepio».

«Il secondo motivo è nel fatto che in poche nazioni il presepio ha avuto una tale diffusione e ha raggiunto tanto alti e diversificati livelli di realizzazione artistica.
Questa straordinaria e secolare diffusione, che continua ai nostri giorni, non è però stata disgiunta da una profonda visione religiosa della rappresentazione plastica, mai fine a se stessa, ma intimamente legata ad una fede vissuta quotidianamente e molto intimamente».

«Il terzo motivo è proprio questo: come la religiosità sia sentita e calata nel quotidiano, tanto da essere vissuta e celebrata con infinite manifestazioni, a volte strettamente liturgiche, altre gioiose e festose. Questo soprattutto in Baviera, di gran lunga il più grande stato della federazione tedesca, ma anche negli altri land, persino in quelli di diversa confessione dove, comunque, il presepio è sempre presente».

«Infine, ed è se vogliamo il motivo fondamentale, perché la fortuna del presepio in Germania si deve essenzialmente al movimento francescano.
Forse non a caso, proprio Tommaso da Celano, a cui si devono le pagine più significative della celebrazione di Greccio, nel 1221 si propose per partecipare a una missione in Germania con Cesario di Spira per promuovere il nuovo Ordine francescano, e proprio nel 1223, l’anno di Greccio, fu nominato “custode unico” (custos unicus) della Provincia renana dell’Ordine, che comprendeva Colonia, Magonza, Worms e Spira. Fu poi nominato proprio nel 1223, l’anno di Greccio. È un fatto che, secondo fonti accreditate, nel Monastero di Füssen, in Baviera, fosse esposto un presepio già nel 1252, a seguito dell’insediamento di alcuni francescani».

«Questo panorama tridimensionale è animato da decine di figure, alcune delle quali nei tipici costumi regionali, intente alle diverse occupazioni della vita quotidiana, di lavoro e di svago, così da creare scenette di genere estremamente realistiche e vivaci: sono rappresentati o ricordati i mestieri di una volta, ormai scomparsi, le feste tradizionali, le cerimonie religiose, ma anche personaggi storici, eroi ed eroine delle saghe nordiche o creature mitiche nate dalla fantasia popolare».

Foto e video di Serena Nitrola