Chiesa di Rieti

Uno studio Caritas fa il punto sulla situazione nelle aree del sisma

I delegati Caritas di Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio si sono ritrovati a Grisciano di Accumoli per “fare il punto” sulle attività svolte nel post terremoto. Caritas ha affidato a un'equipe di sociologi e ricercatori un’analisi specifica sulla dinamiche demografiche, sociali ed economiche delle zone colpite dal sisma del 2016. 

I delegati Caritas di Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio si sono ritrovati a Grisciano di Accumoli per “fare il punto” sulle attività svolte nel post terremoto. Caritas ha affidato a un’equipe di sociologi e ricercatori un’analisi specifica sulla dinamiche demografiche, sociali ed economiche delle zone colpite dal sisma del 2016.

Lo studio, coordinato dall’economista suor Alessandra Smerilli insieme alla dottoressa Dalila De Rosa e al dottor Lorenzo Semplici, è uno strumento efficacissimo per sviscerare ed analizzare i dati e le problematiche emerse, e progettare il futuro puntando dalla partecipazione dal basso e per costruire strade di sviluppo equo e sostenibile: «una lettura che ci aiuta a vedere criticità ma soprattutto opportunità», ha detto il vescovo Domenico illustrando l’analisi.

La professoressa Smerilli ha spiegato il lavoro fatto come uno studio condotto molto in profondità, «perché fino a poco tempo fa si pensava bastasse misurare il Pil, invece da molto tempo abbiamo capito che per misurare il benessere equo e sostenibile della popolazione servono molti altri fattori, occorre guardare a trecentosessanta gradi ciò che serve alle persone per star bene: siamo fatti anche di affetti e di relazioni, non solo di reddito».

È tra le pagine di quest’analisi strutturale che si intravede la luce per il futuro, partendo da una lettura sistematica di tipo sociale, economico e socio demografico dei territori colpiti dal terremoto. Si evidenziano i punti di forza e di debolezza e dunque le potenzialità su cui puntare per far ripartire economia e benessere in zone così minate da dolore e devastazione. Pagine che vale la pena di approfondire, per intravedere un’importante spazio di rinascita. Tra i dati più sorprendenti emersi, le città di Ascoli Piceno, Fermo, L’Aquila, Macerata, Perugia, Rieti e Teramo che mostrano tutte un tasso di natalità inferiore alla media italiana e una percentuale di invecchiamento della popolazione invece che supera il livello nazionale.

Ma a far ben sperare è il caso del capoluogo abruzzese che nel post sisma 2009 è andato in controtendenza su natalità e nuzialità, una sorta di «messaggio di speranza dopo lo choc».
Tranne Fermo, poi il tasso di disoccupazione è più alto della media con unica eccezione nel 2010 dell’Aquila da leggersi ancora come «voglia di ricostruire». Dentro l’analisi sulle dinamiche demografiche delle province colpite il “segnale” dell’Aquila, dove natalità e nuzialità crescono dopo il sisma.

Il reatino invece, mostra su molti fronti la sua debolezza: spopolamento, scolarità bassa, servizi socio assistenziali minori per l’infanzia, occupazione debole. «È l’ora del rilancio di un filo rosso che tiene unite le diocesi colpite dal terremoto – le parole di don Francesco Soddu – attraverso una progettazione nuova, perché non possiamo rimanere al livello di auspicio». Come Chiesa e come Caritas, si vuole insomma essere «il germoglio nuovo che da inizio alla primavera» con idee innovative, «dando un segno concreto di vicinanza e di rinnovato avvenire».

Davanti a una crisi già in atto prima del sisma, aggiunge il vescovo Domenico, «è il protagonismo e la creatività dei cittadini l’indicatore ulteriore». Monsignor Pompili ha ricordato l’impegno profuso dalla Chiesa di Rieti in vari settori a favore delle zone colpite dal terremoto, come ad esempio l’agevolazione attuta immediatamente dopo il sisma per gli affittuari dei terreni dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero.
«La scelta va sempre nella direzione di liberare risorse per aiutare i cittadini a ripartire», ha spiegato il vescovo. Per i debiti degli affittuari che non hanno pagato i canoni negli agli anni post-sisma, che saranno tenuti a rispettare alcune previe condizioni, provvederà la Diocesi di Rieti, accollandosene il relativo ammontare e versando la relativa somma all’Istituto. Per gli affittuari che invece hanno già adempiuto al pagamento dei canoni (sempre post sisma), ai fini di una equa distribuzione delle agevolazioni, la Diocesi di Rieti provvederà al pagamento dei canoni di affitto per i prossimi tre anni versando il relativo importo.L’importo complessivo dell’operazione è di oltre 119mila euro.

Dopo l’analisi dello studio, è stato inaugurato il decimo centro di comunità creato dalla Caritas nelle zone del cratere. Un nuovo centro di aggregazione pensato non solo per eventi ecclesiali che contribuisce ad impedire lo spopolamento nelle zone minate dal sisma come vero e proprio luogo di ritrovo. Luoghi scomparsi dopo il terremoto, di cui soprattutto i bambini e le persone anziane hanno più che mai bisogno.