Una città di luci ed ombre, la New York di Paul Auster

Una città di specchi, un sole che inonda di luce ogni angolo della Grande Mela. Una città che non dorme mai, fatta di frenetico modernismo, di un’energia inesauribile, un crogiuolo di popoli e razze che senza storie comuni hanno saputo crearne una loro. È così che nel nostro immaginario si delinea il folto bosco di grattaceli che popolano la New York contemporanea. Ma cosa c’è dentro di loro? Cosa fanno le persone comuni dietro quei vetri che li proteggono ed espongono al tempo spesso? Cosa nasconde e cosa svela quella barriera invisibile che separa l’interno dall’esterno?

È a questi interrogativi che Paul Auster tenta di dare una spiegazione, o meglio, che cerca di ritrarre con tutta la carica di angoscia e paradosso che portano con se. L’autore, ad oggi di sicuro uno dei più importanti esponenti della letteratura statunitense contemporanea, sceglie la città di New York come incredibile e surreale sfondo alla sua meravigliosa Trilogia di New York; in questo giallo dal sapore particolare, i personaggi sembrano sempre uguali a se stessi, ma mai veramente gli stessi mentre cercano senza sosta una loro verità in una città evanescente e immobile, indifferente all’angoscia di coloro che la popolano. La confusione delle identità, il non sapere più chi o cosa si è o cosa si stia diventando è una linea guida nell’indagine di Auster, che entrando in prima persona nel suo romanzo guida il lettore nel suo mondo insensato per stupirlo passo dopo passo attraverso scoperte e teorie che cercano di indagare la natura stessa del linguaggio umano.

Una trilogia certo, ma un unico grande romanzo, all’interno dei quali richiami continui intrecciano i tre libri suggerendo connessioni che spesso si rivelano false. Omonimie, chiaroscuri, lingue perdute e cercate sono assoluti protagonisti nella Trilogia in cui uomini e donne cercano nuove forme di comunicazione all’interno di una società che li lascia sempre più isolati in sé stessi. La lingua perduta del mondo prelapsario diviene qui la metafora di un modo di interpretare la realtà che si è perduto: nessuno sa più cos’è, tutti cercano la loro vera natura ma nessuno riesce più a trovarla.

Questo romanzo non pretende di trovare risposte, ma offre al lettore interessantissime domande con le quali fare i conti. Il giallo che si delinea nelle pagine di questo autore è solo un pretesto per darci uno splendido affresco del dramma di un’alienazione delirante che ci proietta in situazioni paradossali, dove nessuno è più la stessa persona, e dove l’identità non è altro che un’illusione.

One thought on “Una città di luci ed ombre, la New York di Paul Auster”

  1. arianna

    Recensione ottima!Hai saputo esplicare in maniera avvincente la trama, in tutte le sue particolarità.Inoltre hai evidenziato un punto cardine della società americana:la commestione fra popoli e culture diverse che hanno creato un prodotto totalmente nuovo e sempre in evoluzione.

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