Un lavoro ai Servizi Sociali: per molti ma non per tutti!

Andrea Sebastiani

In dieci hanno firmato un contratto con l’Amministrazione Comunale, nonostante la graduatoria degli aspiranti operatori nei Servizi Sociali comunali non sia ancora stata pubblicata.

 

Ancora una volta, sembra che nel settore dei Servizi Sociali, le cose nascano male e vadano avanti avanti sempre peggio, tra approssimazioni e forzature. Se ne accorgerebbe chiunque si mettesse a ricostruire la storia di certe vicende.

Cominciamo dallo scorso settembre: per quindici giorni si sono aperte le porte degli uffici ad alcuni “volontari”.

Alcuni sono gli stessi che sono stati poi contrattualizzati dalla Cooperativa Nemo, alla quale è stato affidato il servizio – con procedura d’urgenza – nelle more dell’espletamento della selezione degli operatori.

Un affido prorogato a dicembre fino a fine febbraio, ma neanche questi due mesi sono bastati a stilare una graduatoria pubblica, da cui attingere operatori per i Servizi sociali.

Infatti, per coprire marzo, sono stati fatti 11 contratti ad altrettante persone (8 assistenti sociali, una sociologa, una psicologa e un tecnico delle migrazioni), scelte dal dirigente in base al «possesso dei requisiti di ordine tecnico e morale necessari allo svolgimento dell’incarico».

E sarebbe anche questa una delibera tutta da studiare e da scoprire, visto che, pur avendo valore solo per marzo, è stata pubblicata sull’Albo Pretorio solo il 19 aprile.

Un bel po’ di ritardo, anche considerando che il primo di aprile – con la graduatoria degli 800 aspiranti finalmente pronta (ma non ancora resa pubblica, così da dare a tutti i concorrenti la possibilità di verificare la congruità della posizione in classifica) – vengono messe sotto contratto, per un anno, nove assistenti sociali e una sociologa.

Un incarico che peraltro – arrivando fino ad aprile 2014 – è in contrasto con lo schema di regolamento per la selezione degli operatori sociali approvato dal Consiglio Comunale, che copre solo il 2013.

Un particolare che forse spiega perché su quei contratti manchi ancora la firma del dirigente del personale!

E che dire degli atti della selezione, ancora non sono pubblici? Non sarà che il faro della legalità e della trasparenza, che illumina l’azione di questa Giunta, si è fulminato?

Nell’attesa che venga sostituita la lampadina, non ci resta che chiedere l’annullamento della selezione, nel tentativo di riportare questa vicenda nei binari della legittimità e della trasparenza.

Già abbiamo chiesto chiarimenti sull’assetto dei Servizi Sociali, del Nespolo, dell’Informagiovani e della refezione scolastica: aspettiamo di averne in Consiglio Comunale. Poi magari andremo pure a vedere cosa accade nel campo dell’assistenza.

Ammettiamolo: la conduzione tecnica dell’assessorato ai Servizi Sociali è diventato un problema politico. Se il Sindaco non fa un rimescolamento di carte della Giunta, non credo si possa andare avanti a lungo.

Nel frattempo lasciatemi sottolineare che dallo scorso giugno ci sono precari che di fatto non sono mai usciti dal Comune di Rieti. Tra “volontariato ad personam”, strani passaggi in cooperative, incarichi di collaborazione e pseudo-concorsi volti a stabilizzare la loro posizione, hanno passato indenni il periodo della “grande potatura”.

E gli altri precari, le borse lavoro, le operatrici del Rigliani e del Nespolo? Beh, dispiace, ma come si dice… “per molti, ma non per tutti!”.

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