Uciim: il giudizio ci cambia prospettiva

Si è tenuto domenica 16 giugno il Convegno Regionale organizzato dall’UCIIM Lazio sul tema “Valutazione: cambio di prospettiva”.

In occasione del convegno regionale Uciim, la città di Rieti ha ospitato insegnanti, dirigenti, educatori e formatori cattolici provenienti da tutto il Lazio.

Alle ore 10 i soci dell’associazione hanno partecipato ad una Santa Messa nella Cripta della Cattedrale di Santa Maria, per poi godersi una visita guidata del Centro Storico di Rieti e di Rieti Sotterranea.

I lavori veri e propri hanno invece avuto luogo nel pomeriggio, presso la Sala Massimo Rinaldi di palazzo San Rufo.

Prima di ascoltare le relazioni, i convenuti hanno ricevuto il saluto del sindaco Simone Petrangeli. «La nostra amministrazione – ha spiegato il Primo Cittadino – è molto interessata a costruire rapporti proficui con il mondo della scuola. Siamo convinti che le scuole debbano essere intese come delle vere e proprie comunità, luoghi di incontro che possono aiutare la città a rinnovarsi, a vivere in modo diverso».

Un auspicio, quello del sindaco, che è risultato in linea con la tematica del convegno, centrata su “Valutazione: cambio di prospettiva”.

Il tema è stato introdotto da Mons. Lorenzo Chiarinelli. Il suo intervento ha disposto il terreno sul quale sono poi intervenuti gli altri relatori. Il vescovo emerito di Viterbo ha voluto intrecciare la propria esperienza pastorale e di insegnante partendo da un passo della Lettera di Paolo ai Romani.

«Saper valutare – ha spiegato il presule – vuole dire saper discernere, ma per saper discernere cosa ci viene chiesto? “Per poter valutare bene, voi dovete cambiare” scrive Paolo». Per giudicare bisogna cioè essere altro, o meglio ancora «mettersi nei panni dell’altro».

«Non si tratta di porsi sul piedistallo – ha sottolineato il vescovo – ma di lasciarsi coinvolgere nella dinamica del giudizio che si è chiamati ad esprimere. Bisogna saper pensare nuovo, bisogna cioè fare lo sforzo di non conformarsi alla mentalità corrente, occorre uscire dagli schemi, dalle categorie abituali».

Uno sforzo che secondo Mons. Chiarinelli da un lato riguarda la professionalità di ogni insegnante, ma dall’altro richiede pure punti fermi. Confini che don Lorenzo ha definito per sottrazione, spiegando quel che non vorrebbe «diventasse costume nella nostra scuola».

Per esempio sarebbe da evitare la cultura dei test, la “quizzologia”. «Non possiamo ridurre il campo valutativo ai quiz» ha detto il vescovo, né possiamo rassegnarci alla «cultura funzionale, che oggi vedo prevalere nell’orizzonte scolastico». Soluzioni che don Lorenzo condanna perché umiliano la creatività del mondo scolastico. E «senza la creatività, dove troviamo il nucleo portante del cambiamento? La trasmissione del sapere come fatto meccanico ci fa tornare indietro di decenni».

Non solo: Mons. Chiarinelli mette in guardia anche da certa cultura economicista: «quando leggo che la gestione degli “Invalsi” è tutta in mano agli economisti, io qualche timore ce l’ho. È questa la misura della cultura? È questa la valutazione delle persone? È questo il criterio secondo cui posso esprimere un giudizio?»

Calare la valutazione nei rigidi parametri dell’economia e della tecnica, secondo il vescovo, vuol dire «affrontare la cultura, la scuola, la formazione, a partire dalla coda. Il che – ha aggiunto – mi sembra estremamente rischioso».

E forse è proprio questo il succo del convegno: il cambiamento consiste nello stare in guardia da tutti quei meccanismi che fanno della valutazione una funzione, una variabile soggetta a interessi di sistema.

Un approccio, questo, tornato più volte nello svolgimento dei lavori. È stato approfondito dal Dirigente Scolastico del “Fabio Besta” di Orte Luca Damiani e dalla Prof.ssa Elena Fazi, dell’ufficio studi Uciim, mentre le conclusioni sono state affidate al Dirigente dell’istituto reatino “E. Principessa di Napoli” Geraldina Volpe; tutti interventi presto disponibili sulla WebTV del sito di «Frontiera».

Volendo tirare le somme, si può tranquillamente affermare che quest’incontro Uciim, voluto dal presidente provinciale di Rieti Enrico Taddei e da quello regionale Massimo Angeloni, sia ben riuscito.

Ha dato l’impressione di un importante momento di condivisione per coloro che operano al servizio dell’educazione della persona nella scuola. E se all’aspetto professionale si sono aggiunte occasioni di spiritualità, cultura ed un pizzico di turismo, la cosa certamente non guasta.