U.S.A. al gelo, emergenza freddo: la neve non spaventa parrocchie e Charities

Un pasto caldo e un alloggio improvvisato sono il primo obiettivo che si prefiggono i volontari delle comunità cattoliche sulla costa est negli Usa, colpita dalla tempesta “Hercules”. Dalla San Vincenzo alla Coalition for the Homeless, fino alle piccole parrocchie di periferia di New York, Boston e Buffalo, sono attive mense, servizi di prossimità e di accoglienza.

La tempesta Hercules che ha investito la costa atlantica americana non ha fermato le parrocchie e le associazioni cattoliche che ogni giorno portano sollievo ai senza fissa dimora, agli anziani, agli ammalati. “La neve non ci spaventa”, spiega al telefono un volontario della San Vincenzo di Buffalo, nello Stato di New York, una delle più antiche sezioni in America, che ogni anno aiuta oltre 157mila poveri. “Anche con le strade gelate e mezzo metro di neve il nostro giro quotidiano nelle case di chi non ha da mangiare non è rimandato, e naturalmente la mensa è più aperta che mai”.

Emergenza homeless.

Impegno raddoppiato anche per le Catholic Charities nella zona di Twin Tiers, le contee al confine tra lo stato di New York e la Pennsylvania. “Solitamente qui i senzatetto si spostano di casa in casa, da cadenti edifici industriali in disuso a porticati”, racconta Suzi Annafritz, dalla sede delle Catholic Charities a Elmira nello Stato di New York. “Ma quando si scende sotto i 15 gradi questo diventa improponibile”. Da alcuni giorni i collaboratori di Annafritz stanno facendo i salti mortali per mettere al riparo dal gelo quanti più clochard possibile in motel e piccoli appartamenti condivisi, perché l’ostello gestito dall’associazione è ormai al completo. “Li accomodiamo per alcuni giorni per far fronte alla situazione immediata, e nel frattempo stiamo cercando di trovare loro un alloggio permanente. Il fatto è che molti di loro, appena le temperature salgono leggermente, vogliono tornare in strada perché dicono di sentirsi più liberi”.

Senzatetto di New York.

Simili sforzi si sono registrati a New York da parte di volontari cattolici della Coalition for the Homeless. Con coperte di lana e cibo caldo si sono avventurati per le strade e i viali dei cinque quartieri, da Manhattan a Queens, dal Bronx a Brooklyn, per prevenire le morti per gelo. Nella Grande Mela – che è stata paralizzata e isolata dal gelo – il numero dei senza fissa dimora è molto alto: stime attendibili parlano di 60mila persone, di cui almeno 22mila sono minorenni. Un esercito aumentato di un terzo dopo la grande recessione del 2008, secondo i dati del Comune. In alcuni casi, questi nuovi homeless sono ex componenti della classe media che si sono ritrovati senza lavoro: impiegati della metropolitana con figli a carico, insegnanti in esubero e a volte perfino gente un tempo benestante. Per la Associated Press nella notte tra giovedì e venerdì, e nelle ore successive, le squadre di soccorso cittadine hanno dovuto far fronte a più di 80 chiamate, in gran parte segnalazioni di homeless a rischio assideramento. La città venerdì e sabato si è svegliata avvolta dal rumore di duemila spazzaneve che hanno tentato di ridurre i disagi per la popolazione. A causa dei ritardi nei trasporti venerdì mattina a Manhattan in molti sono andati al lavoro a piedi o facendo sci di fondo. Detto questo, il neo sindaco Bill de Blasio sembra aver superato indenne la prima bufera del mandato, anche grazie a previsioni più catastrofiche di come poi le cose sono effettivamente andate nella metropoli.

Vittime del freddo.

Danni maggiori si sono registrati in altre regioni della costa orientale, dove le temperature in alcuni casi sono scese sotto i -20 gradi, con venti fino a 60 chilometri l’ora. Basti il dato che ha fatto il giro del mondo: oltre cinquemila voli cancellati. E venerdì mattina a Boston la colonnina di mercurio era inchiodata sui 5 gradi Fahrenheit (-15 gradi Celsius) ovvero una temperatura più bassa di quella di Fairbanks in Alaska, dove di freddo s’intendono. Secondo i primi dati diffusi alla bufera si possono attribuire direttamente 16 morti. Tra loro una signora di 79 anni affetta da Alzheimer che è uscita di casa nel suo quartiere nella parte occidentale di New York perdendo l’orientamento: dopo aver vagato senza meta per diverse ore è morta per le conseguenze del freddo. Un’altra vittima è stato un lavoratore dell’autostrada rimasto seppellito da un carico di sale da usarsi per sciogliere la neve. Intanto i volontari delle parrocchie proseguono l’allerta: l’Epifania sarà per molti una giornata di impegno a favore degli ultimi.